Rigassificatore e maxi holding. Le sfide toscane

Toscana, scelte e sviluppo

Il rigassificatore di Piombino

Il rigassificatore di Piombino

Firenze, 18 settembre 2022 - Si arriva al voto con molte polemiche e con poche idee chiarite al popolo elettore. Niente di nuovo. Anche se c’era la necessità di un altro copione dopo l’uno-due tremendo (pandemia e guerra). La Toscana non ha tempo da perdere, ha bisogno di fatti che portino a una svolta per la ripresa vera e duratura del territorio (lavoro, imprese, famiglie, infrastrutture). Due sfide sono immediate. Nuove e di origine assolutamente diversa; entrambe possono, però, incidere.

Domani si riunisce la Conferenza dei servizi sotto la regia del commissario Eugenio Giani, presidente della Toscana: è l’ora del confronto sul rigassificatore che il governo Draghi ha scelto di far attraccare al porto di Piombino. L’altra questione riguarda il cosidetto colosso dei servizi pubblici (acqua, energia, rifiuti): la multiutility su cui si sono riaccesi i riflettori pochi giorni fa con un confronto organizzato dalla Cisl e rilanciato, con ampio dibattito, dal nostro giornale.

Il rigassificatore è la sfida per conciliare le esigenze nazionali (emergenza gas) e i diritti sacrosanti di una comunità intera abbandonata dalle promesse e dai progetti portati via dal vento. Giani è ottimista e pensa, con un lavoro serrato di confronto con trenta enti, di arrivare alla decisione finale per fine ottobre. A quella data il nuovo governo sarà insediato da settimane così come il Parlamento: come abbiamo evidenziato più volte si potrà accettare la nave Snam solo se contemporaneamente al via libera sarà firmato il Decreto Piombino (contenente tutte le compensazioni doverose).

La multiutility, varata dai Comuni di Firenze, Prato ed Empoli con le partecipate (fusione in Alia di Acqua Toscana, Consiag e Publiservizi), passa al vaglio di 66 consigli comunali. I tre sindaci (Nardella, Biffoni, Barnini) hanno invitato tutti gli altri primi cittadini toscani a partecipare alla nuova holding. I sindaci del centrodestra hanno detto no grazie. Confidiamo che il dialogo riprenda dopo il 25 settembre al di là del risultato delle elezioni.