FaceApp: un click per diventare vecchi. Ma i complottisti si rassegnino

Web & Life: i tic dei tempi moderni

Firenze, 20 luglio 2019 - Dunque abbiamo visto, durante questa settimana, come saremo da vecchi. Come saremo tra una trentina d’anni. Perché, inutile negarlo, è stata la settimana di FaceApp, l’applicazione che modifica il nostro volto ringiovanendolo ma appunto anche invecchiandolo con un realismo impressionante.

Indipendentemente dalle ipotesi di un trattamento dei dati poco chiaro dell’app, c’è la conferma di come uno smartphone ci possa trasmettere emozioni. Quanti padri, vedendo le foto invecchiate dei figli, si sono commossi nel notare la somiglianza con il proprio, di padre. «Sei uguale a tuo nonno»: sono innumerevoli i commenti di questo tipo sotto le foto dei nostri amici.

Ma non c’è stata solo commozione, anche grandi risate. Si narra di uffici bloccati nelle loro attività causa scambio di foto da FaceApp, con le conseguenti battute tra colleghi. Insomma, ci siamo concessi qualche minuto di spensieratezza in quest’estate così calda. E non c’è che dire, l’algoritmo che modifica i volti è fatto bene.

Le foto sono perfettamente scontornate, le rughe e le occhiaie sono realistiche. Ma perché improvvisamente tutti parlano di FaceApp? In fondo l’app esiste già da due anni. Il fatto è che diversi influencer hanno iniziato ad usarla in questi giorni. Per l’Italia, a dare il via è stato il calciatore dell’Atalanta Alejandro Gomez, per tutti il Papu.

E’ stato lui a postare uno dei primi selfie «invecchiati». L’ottima fattura dell’app ha fatto il resto. Il suo fondatore, il russo Yaroslav Goncharov, gongola visto gli ottanta milioni di download fin qui raggiunti. L’ala complottista della Rete ha posto dubbi: l’app potrebbe essere una trappola per rubare pezzi della nostra vita.

Le nostre foto vengono caricate su dei server e perplessità sono sorte sull’uso che delle nostre facce faranno i russi. Dubbi anche sul fatto che l’app possa «leggere» le foto del nostro telefono. Ma, cari complottisti, fateci giocare in pace con FaceApp: abbiamo già ceduto in questi anni alla Rete pezzi delle nostre vite, delle nostre abitudini. Bravi i russi a inventare questa diavoleria. Godiamoci il gioco in questa estate così afosa. E poi tranquilli, un bel gioco dura poco.

Francesco Marinari