Salvini ride, Renzi gode, Conte Trema

Il commento della direttrice Agnese Pini

Agnese Pini

Agnese Pini

Firenze, 28 ottobre 2019 - Se indubbiamente ha vinto Salvini, chi ha perso davvero in questa bizzarra partita di fine ottobre? Cominciamo da chi ha perso meno. A perdere meno è Matteo Renzi, che fresco di fuoriuscita dai democratici ha giocato una partita da spettatore, perché quando la politica si fa dura, la cosa migliore è smettere di giocare, almeno in attacco.

Lui, restando in panchina, incassa i benefici di una coalizione indebolita: se Pd-5Stelle avessero vinto, il peso specifico di Renzi si sarebbe ridotto di non pochi punti. E Zingaretti? Questa storica débacle rischia di fiaccare la tenuta di un partito sempre più in crisi d’identità (e di coscienza), e il segretario non potrà non tenerne di conto.

Anche nell’interpretazione «pacata diplomatica e responsabile» del suo ruolo. I veri contraccolpi però si sentiranno a casa 5 Stelle. Di Maio è quello che meno di tutti credeva nel governissimo giallorosso ma che più di tutti ha messo la faccia nell’alleanza civica per la prova elettorale umbra: ricordate la lettera con cui a settembre sparigliò le carte invitando all’alleanza «per il bene comune»?

In questa campagna elettorale non si è risparmiato, senza arrivare ai livelli di Salvini, ma comunque dimostrando notevole tenuta sul campo. Ora la sconfitta darà fiato alle trombe degli scontenti pentastellati, primi fra tutti quelli che nel nuovo Governo ci hanno rimesso la poltrona (da ministri) fino ad arrivare ai battitori liberi (leggi Di Battista). Il bersaglio prediletto sarà il premier Conte, aspirante novello Prodi di una grande coalizione riformista già scheggiata alla prima prova alle urne.

Basterà così poco per minarne seriamente la leadership? I commentatori di buonsenso giurano di no. Ma il buonsenso in politica non ha mai avuto l’ultima parola.