Dalla Storia si impara. Non si riscrive

Il commento

Le Foibe

Le Foibe

Firenze, 3 ottobre 2021 - Gù le mani dalle strumentalizzazioni della Storia perché la Storia ci insegna a guardarci alle spalle e ci indica, se illuminati, il sentiero del futuro. E allora dalla tragedia delle foibe e dei profughi istriano dalmati (tema tornato di attualità dopo le polemiche di fine agosto) può nascere, capendo gli errori ed orrori del passato, un avvenire comune che si chiama Europa.

Basta ripensare a una foto, quella che ritrae il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il Presidente della Repubblica di Slovenia Borut Pahor. I due si tengono per mano alla foiba di Basovizza dove i partigiani jugoslavi, si stima, abbiano ucciso duemila italiani tra militari e civili.

Pahor è il primo presidente di uno dei Paesi nati dalla disgregazione della ex Jugoslavia a commemorare le vittime italiane delle foibe. Un momento storico per un destino comune. I partigiani di Tito gettarono, tra il 1943 e il 1945, migliaia di italiani nelle foibe, gli «inghiottitoi carsici» dopo averli uccisi o ancora in vita.

Il massacro delle foibe non fu l‘unico momento tragico per gli italiani che vivevano la vita di confine. Dopo le esecuzioni di massa ci fu il forzato esodo giuliano dalmata, l’emigrazione della maggioranza dei cittadini di etnia e lingua italiana dalla Venezia Giulia, Quarnaro e Dalmazia, territori occupati da Tito. Fino al 1956 scapparono circa 300mila persone. Queste sono ricostruzioni storiche basate su fatti, non opinioni. Lo Stato italiano ha istituito una Giornata ad hoc per non dimenticare (10 febbraio). Eppure questa estate ci ha regalato scampoli di polemiche.

Protagonisti professori famosi. Loro, proprio per il loro ruolo, dovrebbero mostrare più cautela o dovrebbero spiegarsi meglio (come avranno detto tante volte agli studenti) e non dire poi ’le mie parole sono state fraintese’. Non si merita i giochi di prestigio sulla Storia chi spera in un destino comune che si chiama pacificazione e condivisione, in un’Europa non solo di economia e finanza ma in un’Europa dei valori. Quelli che dettero forza all’utopia che si fece realtà da Ventotene in poi.