Il bollettino Covid non dà solo numeri

Il doveroso ricordo dei morti

Covid

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Firenze, 17 gennaio 2021 - Per non dimenticare. Per non abituarci. Poniamo ogni giorno attenzione, mentre ci districhiamo tra zone a colori, ristori in ritardo, vaccinazioni di massa e scuole in presenza a quota variabile, ai morti. La pandemia da coronavirus, secondo gli utlimi dati degli analisti, ha superato la soglia dei due milioni di morti nel mondo e ha doppiato così il numero di vittime provocate negli anni ‘50 dall’asiatica e dieci anni dopo dall’influenza di Hong Kong, che provocarono ciascuna la morte di circa un milione di persone. Anche se il Covid-19 rimane ancora per fortuna molto distante dalle dimensioni dell’influenza spagnola, che fece circa 50 milioni di morti subito dopo la Grande guerra. La progressione mortale del virus è inquietante se si pensa che il tetto di un milione di decessi era stata superata lo scorso 29 settembre, in poco più di tre mesi e mezzo sono morte tante persone quante nei sei mesi precedenti.

In Italia, facendo riferimento all’ultimo bollettino, i decessi sono stati i 81.800 da inizio pandemia. Nelle ultime 24 ore sono stati 475 (il giorno prima 477). In Toscana 17 nell’ultimo giorno per un totale di 3957, in Umbria 7 ieri e 689 in tutto, in Liguria 20 decessi con un totale di 3104. Nella primavera scorsa Eugenio Giani quando era presidente del consiglio regionale ebbe l’idea della bacheca del ricordo on line per permettere a chiunque di lasciare un messaggio di una persona cara che non c’è più. I morti allora erano 250. "Non vogliamo dimenticare mai" disse. A Firenze il sindaco Nardella ha inaugurato uno spazio verde che ospiterà 525 cipressi e ulivi in ricordo delle vittime di Covid, "il luogo della memoria voluto dal Comune per esprimere la vicinanza della città alle famiglie di coloro che non sono riusciti a vincere la lotta contro il virus".

Dietro ogni addio, è inutile dirlo, ci sono storie di affetti e sentimenti, facce e rughe, mestieri ed esperienze. Ci sono mani che non hanno potuto stringere i familiari per l’ultimo saluto, lacrime scese in solitudine tanto sono stati crudeli gli ultimi minuti, baci non dati, ma mandati al soffitto del reparto di terapia intensiva. Un giorno dovremo ricordarci, anche solennemente, di chi non c’è più. Intanto non dimentichiamo che quel bollettino giornaliero non sforna solo numeri.