Ragazzi guardatevi negli occhi

Il commento del caporedattore

Luigi Caroppo

Luigi Caroppo

Firenze, 5 ottobre 2019 - «Non diventate troll» ha detto Tim Cook, il numero uno della Apple, ai ragazzi invitati dall’Osservatorio permanente Giovani-Editori durante il suo discorso sui cittadini consapevoli dell’oggi e del domani, sull’analisi critica della realtà, sulla battaglia doverosa alle fake news. Applausi e ancora applausi quando ha detto alle classi riunite a Firenze: «Se guardate più uno smartphone di una persona negli occhi state sbagliando». E ancora, «se passate tutto il vostro tempo sui social media non migliorate: noi con i nostri strumenti non vi abbiamo incoraggiato a perdere tempo». Per poi terminare sottolineando che «la tecnologia non è né buona né cattiva, tutto dipende dalla buona fede del creatore della tecnologia e dal modo in cui la utilizziamo». Un appello accorato al ritorno alla socialità, al dialogo e al confronto. Al ritorno alla piazza vera e non virtuale.

Alla condivisione di gioie e di problemi, al faccia a faccia che non vuol dire per forza essere d’accordo ma mettere in campo le proprie idee e avere il desiderio di rapportarle all’altro. Che sia un amico o un parente, ma anche uno sconosciuto che in quel frangente condivide con me la mia fetta di vita. E il richiamo alla piazza, a guardarsi negli occhi va dritto al cuore e alla testa dei giovani. Lo abbiamo detto molte volte e cogliamo l’occasione dell’evento fiorentino per sottolinearlo nuovamente: sono i ragazzi la nostra risorsa, le nostre pianticelle che possono dare ossigeno al mondo e combattere gli agenti inquinanti dell’egoismo, dell’isolamento, dell’odio e del rancore, della supremazia. Sono i giovani la nostra speranza quindi, è la scuola il luogo deputato per crescere migliori, protagonisti della vita glocal. Sì, proprio glocal: sguardo alla vastità, senza confini grazie anche alle tecnologie social, ma con i piedi sotto casa perchè la realtà, con sorrisi e lacrime si impara anche nel rione, nella piazza, al giardinetto. Guardandosi negli occhi.