Come saremo quando saremo vecchi

Il commento della direttrice Agnese Pini

La direttrice de La Nazione Agnese Pini

La direttrice de La Nazione Agnese Pini

Firenze, 5 gennaio 2020 - L’estate scorsa ha avuto molto successo un’applicazione per smartphone che si chiama FaceApp. Per una manciata di settimane non si è parlato praticamente d’altro in certi ambienti soprattutto under 40, e tantissimi se la sono scaricata sul cellulare. Io compresa. Funziona così: scegli una tua foto e l’applicazione ti trasforma la faccia, mostrandoti nel giro di pochi secondi come sarai da vecchio. L’impatto è insieme sorprendente ed esilarante, come tutte le cose che svelano un’immagine scioccante di noi: appesantiti, con capelli bianchi, denti opachi o perfino grigi, labbra come ritirate su loro stesse, zampe di gallina, occhi rimpiccioliti, guance un po’ cadenti. Ecco come saremo quando saremo vecchi.

Ma come vivremo, quando saremo vecchi? Quest’estate abbiamo condiviso le nostre foto da ottuagenari tra amici trentenni o quarantenni, ridendoci su. Nessuno di noi però può immaginare quale sarà la qualità della nostra vita nel momento in cui ci scopriremo per la prima volta vulnerabili, non più invincibili. Anziani. Nel 2050 il 30% della popolazione in Italia avrà più di 65 anni. Dunque saremo senz’altro in buona compagnia. Ma saremo più tutelati, più curati, più felici degli anziani di oggi? Tutto sembra remare nella direzione opposta.

Sabato, su La Nazione, abbiamo pubblicato un’intervista al professor Livi Bacci che ha detto testualmente che rischiamo di non essere più sostenibili. Saremo una generazione di anziani che ha fatto pochi figli o non ne ha fatti per nulla, con pensioni sempre più assottigliate e con un potere d’acquisto ridotto all’osso. Il welfare familiare, che da tempo sopperisce alle carenze di quello pubblico, è già in crisi. A farne le spese maggiori sono proprio i 60enni di oggi, stritolati: devono occuparsi spesso e volentieri tanto dei figli (o addirittura dei nipoti) quanto dei genitori anziani, oltre a dover contestualmente lavorare. La chiamano, non a caso, generazione sandwich. Finora il sistema-badanti ha aiutato moltissime famiglie. Ma i costi per avere una presenza stabile in casa aumenteranno (le badanti, ad esempio, dovranno essere sempre più regolarizzate), e se aumenteranno i costi insieme al numero degli anziani ecco che l’intero modello rischia di andare in tilt. L’evoluzione digitale potrà davvero venire in nostro soccorso? Gli esperti prevedono che noi vecchi del futuro avremo le badanti robot a tenerci compagnia. Saremo quindi degli ottantenni sempre più soli coi nostri smartphone sempre più sofisticati: e più loro saranno efficienti meno noi saremo autosufficienti. Una roba che, a pensarci bene, ci farà rimpiangere addirittura certi figli ingrati.