Agricoltura, una scommessa da vincere

La Nazione risponde ai lettori

Laura Pacciani

Laura Pacciani

Firenze, 18 giugno 2017 - Cara Nazione, leggo dei successi continui del vino italiano. Così come per tutti quei prodotti che contribuiscono al buon nome del made in Italy. Eppure giornali e tv sono pieni di agricoltori che manifestano nelle piazze italiane. Qual è il reale stato di salute della nostra agricoltura? Giorgio Benini - Siena

Gentile Giorgio,  il settore è molto complesso e si presta a letture diverse. Per vocazione produttiva delle aziende ma prima ancora per dimensione delle stesse. In agricoltura il piccolo è bello direi proprio che non vale. Troppo onerosi gli investimenti, i costi di produzione e di distribuzione rispetto alla remuneratività dei prezzi. Ma qualcuno ce la fa. Sicuramente il settore vitivinicolo è tra quelli che mostra i segnali migliori con una crescita continua dell’export. Così come una parte dell’agroalimentare, sopratttutto quello biologico. Ma altri comparti sono in forte sofferenza. Primi fra tutti i cereali (il grano ha visto dimezzati i prezzi in pochi anni e una buona parte di quegli agricoltoiri che vede sfilare nei telegiornali sono proprio produttori di grano). E poi i i cambiamenti climatici sempre più estremi e una burocrazia che non dà tregua alle aziende hanno fatto il resto. Ma nessun Paese può fare a meno dell’agricoltura e soprattutto di un’agricoltura sana, sostenibile e remunerativa per gli imprenditori. Alziamo i calici in segno di buon auspicio.re questa, mi creda, sembra una truffa.