Roma, 27 settembre 2022 - Un vero e proprio salasso. Secondo i calcoli di Nomisma Energia, nel prossimo trimestre le bollette della luce potrebbero lievitare del 60% con il prezzo dell'elettricità destinato a salire a 66,6 centesimi per kWh, 25 centesimi in più rispetto al trimestre precedente. E senza interventi del governo, l'aumento potrebbe salire al 100%. In ogni caso, è il commento del presidente Nomisma, Davide Tabarelli, già il 60% in più sarebbe "devastante per le famiglie". L'Arera aggiornerà le tariffe della luce entro la fine del mese.
"Se, e solo se, la stima di Nomisma fosse esatta, allora una famiglia tipo avrebbe un rincaro della bolletta della luce pari a 677 euro su base annua" afferma Marco Vignola, responsabile del settore energia dell'Unione Nazionale Consumatori. Il calcolo di Assoutenti è che ogni singola famiglia del mercato tutelato si ritroverebbe a pagare per la luce +190 euro solo nell'ultimo trimestre dell'anno, con una spesa complessiva per l'energia elettrica che raggiungerebbe il record di 1.232 a nucleo nel 2022.
Bolletta del gas: ipotesi +70%
Per una stima delle bollette del gas invece bisogna aspettare fine ottobre: in questo caso infatti l'Autorità garante per il mercato tutelato non agirà fino a novembre (per l'esattezza il 3). Ma in base ai prezzi attuali, "assumendo che questi si stabilizzino su tutto il mese di ottobre, si avrebbe una variazione del 70%". Si toccherebbero i 210 centesimi per metro cubo, un "valore straordinariamente alto rispetto ai 70-80 centesimi su cui la tariffa ha oscillato per anni", anche se è la metà della cifra che si sarebbe potuta raggiungere se l'aggiornamento fosse stato fatto con le quotazioni di agosto.
La novità per quanto riguarda il gas, è che le imprese potranno fatturare con cadenza mensile e non più bimestrale. Una sorta di rateizzazione che permetterà di spalmare più facilmente le spese nell'arco del tempo e di non gravare troppo sui bilanci familiari. Mensile sarà anche l'aggiornamento delle tariffe.
Nel giorno delle fughe di gas dal gasdotto Nordstream 1, che collega Russia e Europa, la notizia positiva è che gli stoccaggi in Italia sono arrivati al 90%, obiettivo che si era fissato il governo Draghi. Ma il rischio razionamento non è sventato: se l'inverno sarà rigido, e se la Russia chiuderà ancora i rubinetti, tra febbraio e marzo potrebbe diventare necessario tagliare i consumi.