ArchiveInflazione e maxi aumento per le badanti, ma le famiglie sono in bolletta

Inflazione e maxi aumento per le badanti, ma le famiglie sono in bolletta

Il rapporto Censis: stipendi divorati dall’aumento dei prezzi, pensioni tagliate, contratti fermi. Il governo al lavoro per recuperare risorse e aiutare chi si avvale di collaboratori domestici

Roma, 3 dicembre 2022 - Una stangata dopo l’altra. Prima il Covid, poi il caro energia. Infine, da gennaio, l’impennata degli stipendi di badanti e colf, un salasso che puo arrivare a circa 2000 euro l’anno. Solo che, nel frattempo, l’adeguamento delle pensioni per le classi medie è stato bloccato, i contratti di lavoro sono fermi da tempo, e su entrambi cala ogni giorno la scure di un’inflazione che continua a erodere il valore del denaro. Per questi motivi l’aumento automatico dei contratti dei collaboratori domestici ha messo in allarme più di una categoria. Palazzo Chigi è al lavoro su un emendamento alla manovra economica con un fondo ad hoc destinato alle famiglie. Un fondo che sarebbe alimentato dai proventi della lotta al sommerso. Ma andiamo con ordine.

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Il rapporto Censis 2022
Il rapporto Censis 2022

A far suonare ieri l’ennesimo allarme sul fronte delle famiglie è stato il Censis che, nel suo tradizionale rapporto annuale, segnata la forte crescita della povertà registrata nel 20219. In particolare, nel nostro Paese, le famiglie che vivono in condizione di povertà assoluta sono più di 1,9 milioni, il 7,5% del totale. In tutto 5,6 milioni di persone, pari al 9,4% della popolazione: un milione in più rispetto al 2019. E il trend è destinato sicuramente a crescere nel 2022.

Sono persone che non riescono neanche ad acquistare un paniere di beni e servizi giudicati essenziali per uno standard di vita accettabile. Gli italiani a rischio povertà ed esclusione sociale sono per il 41,2% residenti nel Mezzogiorno (a fronte del 21% nel Centro, del 17,1% nel Nord-Ovest e del 14,2% nel Nord-Est), per il 33,9% sono appartenenti a famiglie in cui il reddito principale è quello pensionistico (a fronte del 18,4% e del 22,4% appartenenti a famiglie con reddito principale da lavoro dipendente o da lavoro autonomo) e per il 64,3% sono membri di famiglie che percepiscono ‘altri redditi’, dei quali il 56,6% si qualifica anche come individuo a bassa intensità lavorativa.

Badanti
Badanti

Ancora più numerosi sono coloro che affermano di non riuscire a riscaldare adeguatamente la propria abitazione: l’8,1% delle famiglie, un dato superiore di 1,2 punti percentuali al dato europeo. Non a caso, la crisi energetica è la principale fonte di preoccupazione per le famiglie italiane: per il 33,4%, e la percentuale arriva al 43% tra le famiglie in una bassa condizione socio-economica, le più colpite dall’aumento dei costi incomprimibili. Ma non basta.

Sempre più spesso le famiglie sono costrette a ricorrere a badanti o colf per fare fronte a servizi, come l’asssistenza domiciliare, che il sistema pubblico non riesce ad erogare in maniera continua. Anzi, secondo gli ultimi report di Confcooperative, sarebbero circa 100mila, fra infermieri e operatori socio-sanitari, che mancano all’appello in Italia per arrivare agli standard europei. E la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare, da gennaio 2023, con il maxi-aumento degli stipendi di colf e badanti legato all’andamento dell’inflazione.

Proprio per evitare la stangata, a quanto risulta a Qn, il sottosegretario al Lavoro, Durigon, starebbe studiando un emendamento alla Finanziaria che cercherà di frenare non solo gli stipendi ma, anche, il sommerso. La ricetta è semplice: l’idea è quella di istituire una mini-flat tax per i collaboratori domestici che potrebbe ridurre l’area del sommerso. Attualmente si calcola che circa un lavoratore su due, in questo settore, non dichiara nulla al fisco. Con i proventi che arriveranno nelle casse dello Stato si potrebbero finanziare interventi per mitigare l’impatto dell’aumento dei salari o attraverso nuove detrazioni fiscali per le famiglie o con nuovi bonus. Ma tutto dipenderà dalle coperture che saranno individuate nelle pieghe della Legge di Bilancio.

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