Per la prima volta in stagione, oggi a Montespaccato l’Arezzo non avrà il sostegno dei propri tifosi. Alla società amaranto, infatti, è pervenuta ieri mattina la disposizione ufficiale del Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive, che ha decretato il divieto di vendita dei titoli d’accesso allo stadio "Don Pino Puglisi" del quartiere romano ai residenti in provincia di Arezzo. La vendita, in realtà, era già stata interdetta nei giorni scorsi, ma nel settore ospiti era stato già quasi registrato il tutto esaurito e decine di sostenitori aretini stavano aspettando l’ufficialità prima di richiedere il rimborso secondo le modalità previste da CiaoTickets. I gruppi organizzati della Curva Minghelli, dopo la comunicazione alla società, non sono rimasti con le mani in mano e alla partenza della squadra verso Roma i calciatori e lo staff amaranto hanno trovato uno striscione di incitamento sulla facciata dell’hotel Gema di Rigutino: "Non vedrete le nostre bandiere, non udirete i nostri cori, ma sentirete lo stesso battere i nostri cuori. Carica ragazzi". Un messaggio di vicinanza significativo alla squadra da parte della tifoseria, costretta a un pomeriggio sul divano. La curiosità di questa sfida di campionato è che il patron del Montespaccato Massimiliano Monnanni è proprio originario di Rigutino, anche se romano d’adozione. La società capitolina dal 2018 è infatti gestita dalla Ipab Asilo Savoia, di cui Monnanni è presidente, dopo che fu sequestrata ed estorta ai Gambacurta, un clan della malavita romana, che la usava a scopi di riciclaggio. A livello sportivo, il club di Monnanni opera soprattutto con il progetto "Talento&Tenacia" indirizzato ai più giovani, dando una chance attraverso lo sport a ragazzi che vivono in un contesto socioeconomico difficile. L.A.