Lo sport piange Gimondi: due mesi fa era a La Chianina a Marciano, si raccontò così

E' scomparso improvvisamente per un malore un grandissimo del ciclismo. Vi riproponiamo una delle sue ultime interviste

Felice Gimondi

Felice Gimondi

Arezzo 16 agosto 2019 - L'improvvisa scomparsa di Felice Gimondi, un grandissimo del ciclismo e dello sport, morto per un malore a Giardini Naxos mentre faceva il bagno, ha destato profonda impressione per la grandezza del personggio e la statura dell'uomo. Due mesi fa, Felice Gimondi, che avrebbe compiuto 77 anni il prossimo 29 settembre, era stato l'ospite d'onore de La Chianina, ciclostorica d'epoca a Marciano della Chiana. Il campione bergamasco era accompagnato dalla figlia Norma. Con gli organizzatori de La Chianina aveva instaurato un bel rapporto di amicizia. In quell'occasione intevistammo il grande Felice. Intervista che riproponiamo nelle fasi salienti qui sotto, 

 

E' un mito non solo del ciclismo, ma dello sport italiano. Felice Gimondi, grande campione e uomo di ottimo livello, è stato l'ospite di lusso , accompagnato dalla figlia Norma, de <LaChianina>, ciclostorica d'epoca a Marciano della Chiana, nella Valdichiana Aretina.

Una carriera splendida nonostante abbia trovato sulla sua strada il "Cannibale" Merckx e tanti altri campioni: tre Giri d'Italia, un Tour de France, una Vuelta, un campionato del mondo, due Giri di Lombardia, Parigi-Roubaix, Milano-Sanremo, due Gran Premi delle Nazioni:, due Parigi-Bruxelles, altrettanti campionati italiani, tante altre corse e una miriade di piazzamenti.

Gimondi, quale la vittoria più bella?

"Forse il Tour de France, conquistato peraltro da neo-professionista. Avevo una straordinaria esuberanza fisica, nella cronoscalata del  Mont Revard feci un'impresa. Ma subito a ruota metterei il terzo Giro d'Italia vinto in extremis a 34 anni, con la crono finale e il controsorpasso su De Muynck. In quel Giro trionfai soprattutto grazie all'intelligenza tattica. E il mondiale, dove ebbi anche un pò di fortuna perché Maertens era nettamente il più veloce ma fu sacrificato per Merckx".

Una carriera stupenda e senza Merckx come sarebbe stata?

"Va benissimo così. Le mie vittorie avrebbero avuto meno valore e poi Eddy, con cui ho un ottimo rapporto, mi ha insegnato tanto, una vera scuola di vita, dove si deve lottare, soffrire, non arrendersi mai". . 

Dicono in tanti che nel ciclismo di oggi quello che somigli più a Gimondi sia NIbali...

"L'ho pensato anch'io per diverso tempo, ma adesso credo che Doumulin per caratteristiche sia quello che più mi avvicini. Come me va forte a cronometro e in salita dove allunga in progressione senza scattare e alzandosi poco di sella".

E un bel giudizio sui corridori aretini Bennati e Nocentini: "Nella loro carriera hanno dimostrato di avere qualità".