Il Sarri show al Gran Galà "Mou? Animale da spettacolo"

Il tecnico della Lazio tra i premiati allo Spina durante l’appuntamento con i big dello sport: post-derby con qualche sorriso. Gli altri riconoscimenti.

Il Sarri show al Gran Galà  "Mou? Animale da spettacolo"

Il Sarri show al Gran Galà "Mou? Animale da spettacolo"

di Luca Amodio

"Lasciate stare Mourinho, è un animale da spettacolo". L’aria di derby non si è ancora rarefatta. Maurizio Sarri, rispondendo alla domanda dei conduttori al Gran Galà dello Sport a Castiglion Fiorentino, torna a parlare di Mou e sulla sua frecciatina pre derby in cui l’allenatore portoghese aveva ironizato sull’eliminazione della Lazio dalla conference League. "E’ una persona di una simpatia straordinaria. Poi a tirarti dentro certe storie è il numero uno. Ma io non voglio entrare in queste storie", ha detto l’allenatore della Lazio sul palco del Mario Spina dove ha ricevuto il premio in onore di Corrado Viciani, teorico del gioco corto ante litteram e autore della storica promozione della Ternana in serie A negli anni ‘70.

"Sono contento per il posto in cui ho ricevuto questo premio, che mi porta e ricordi di gioventù; e poi perchè ho un forte legame con il personaggio che a cui è legato il riconoscimento, quando ero ragazzino è stato uno dei primi allenatori che mi ha fatto scattare la molla".

Ha usato queste parole per rispondere ai giornalisti Maurizio – così come in tanti, memori dei tempi passati, si sono rivolti affettuosamente a Sarri tra un selfie e un saluto a margine della premiazione – Poi sul calcio italiano: "Oggi è molto più difficile tirare fuori giocatori nostri che siano di alto livello, ha ragione Mancini quando parla di questo: penso che in una squadra tirare fuori un’ossatura di giocatori italiani ti dia un’identità che altrimenti non avresti".

Ma non solo Sarri. Perchè al Mario Spina è andata scena una vera e propria parata con tanti nomi di quelle stelle dello sport, ma anche di talenti di domani, che hanno incarnato i veri valori dello sport, fuori e dentro il campo. "E’ un piacere essere qua e ricordare, con Gioele ed Elena, Fabrizio, una persona che ha sempre portato la vita. E’ bellissimo vedere con quanto amore la gente lo ricordi", ha detto Nani Roma a cui è andato il premio intitolato a Fabrizio Meoni.

"Una grande emozione quella di associare il nome di Paolo ad un grande talento. Paolo amava i giovani e tutte quei valori sportivi che ha questo giovane talento", ha spiegato Federica Cappelletti, moglie di Pablito, che ha consegnato il premio intitolato al campione del mondo nelle mani di Filippo Palazzini, giovane classe 2003 dell’Ascoli.

"In Bruno tutti i compagni e gli allenatori riconoscevano un calcio, magari non tecnico, mon da fuoriclasse, ma che era un calcio di grande cuore. Non si arrendeva mai, era un personaggio che nel silenzio era un leader che trasmetteva messaggi importanti", ha detto Giovanni Galli, uno dei migliori portieri degli anni ‘90, a cui è andato il premio proprio in memoria di Bruno Beatrice. "Mi fa piacere esser stato parte di un gruppo che negli anni ‘90 ha vinto molto in uno sport che è il massimo della collettività; mi fa piacere aver vinto tanto ma anche aver perso e saputo ricominciare", ha ricordato Andrea Zorzi, riferendosi alla generazione dei fenomeni della pallavolo italiana. "Il ciclismo di oggi a livello internazionale è un buon ciclismo con 7-8 ragazzi che stanno dando spettacolo, purtroppo però non abbiamo un corridore italiano: questo manca", ha concluso Beppe Saronni, pilastro del ciclismo italiano.