Il Coni ferma lo sport italiano fino al 3 aprile. Ora serve il decreto del Governo

Tutto lo sport nazionale è destinato a fermarsi per l'emergenza coromavirus almeno fino al 3 aprile

Malagò presidente del Coni

Malagò presidente del Coni

Arezzo 9 marzo 2020 -  Lo sport italiano si ferma come non accadeva per così lungo tempo dalla seconda guerra mondiale. Per l’emergenza Coronavirus stop fino al 3 aprile deciso dal Coni, anche se per la decisione definitiva serve un apposito decreto della Presidenza del Consiglio, che comunque arriverà. Il presidente Malagò e i presidenti federali hanno «Sospese tutte le attività sportive a ogni livello», ma è stato chiesto al Governo di emanare un apposito Dpcm che possa superare quello attuale in corso di validità». Giovanni Malagò ha informato il premier Conte e il ministro dello sport, Spadafora. L’unica eccezione è per le competizioni internazionali che possono svolgersi. Viene chiesto inoltre alle Regioni, pur nel rispetto dell’autonomia costituzionale, di uniformare le singole ordinanze ai decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Viene anche chiesto al Governo di inserire anche sport, professionistico e dilettantistico, nel piano di sostegno economico che possa compensare i disagi e le emergenze che lo sport italiano ha affrontato finora con responsabilità. Prima di questa decisione, a i microfoni di TuttoMercatoWeb.com il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli aveva detto: «Più volte abbiamo detto che la salute è al primo posto e il calcio viene dietro, che non stiamo sottovalutando nulla. Noi, come Lega Pro, chiederemo di utilizzare al massimo tutto il mese di giugno, poi affronteremo anche il problema relativo alle scadenze del 16 marzo: vogliamo allentare il problema finanziario, dando respiro ai club. Non dimentichiamoci che in Serie C i presidenti sono proprietari di imprese, che vanno tutelate». E a proposito, Giorgio La Cava, patron dell’Arezzo sostiene: «Ho proposto lo stop nei giorni scorsi, la decisione del Coni è la più logica». Nel girone A, quello dell’Arezzo, si è giocato fino al week-end del 22-23 febbraio, quindi anche ricominciando dopo il 3 aprile, lo stop sarà lunghissimo e le problematiche non mancheranno, ma di fronte a una simile emergenza c’è poco da aggiungere: giusto, legittimo fermarsi, non ci sono discussioni. Almeno per una volta che si ferma e rifletta anche chi ha portato a una situazione dove il business in certi sport e in certe categorie, supera l’aspetto agonistico. Chiaramente se come è auspicabile, perché vorrebbe dire che l’emergenza è finita, si ripartirà dopo il 3 aprile. Da stabilire poi le modalità e le giornate.