Pieroni: "A fianco di La Cava, presidente da applausi, sta pagando tutte le spese"

Il direttore generale scende in campo dopo le polemiche. "Ha scelto di tenere Basit e Buglio per tenere la squadra in lotta per la promozione". Verso un confronto con i tifosi

Ermanno Pieroni

Ermanno Pieroni

Arezzo, 8 febbraio 2019 - È lui il convitato di pietra della crisi di nervi (e di cifre) che si consuma in questi giorni in un ambiente ancora tramortito dallo sciagurato finale di derby col Siena. Il direttore generale dell’Arezzo Ermanno Pieroni, mai nominato da Massimo Anselmi che smentisce anche qualsiasi attacco personale, è invece chiaramente indicato da Giorgio La Cava come l’elemento principale che ha incrinato (forse irrimediabilmente) l’asse nato lo scorso anno tra il presidente perugino e il vice presidente aretino.

A causa di un budget che in pochi mesi sarebbe lievitato da 2 a 3,6 milioni, senza condivisione tra soci. Pieroni, Anselmi ce l’ha con lei oppure no? «Mi pare che lo stesso abbia smentito ampiamente ma mi permetta di dire che in questo momento l’esasperazione del botta e risposta a distanza fa soltanto il male di una squadra che sta andando oltre le aspettative. Serve invece fare un po’ di chiarezza».

Bene: cosa è successo da ottobre in poi, ossia da quando La Cava e Anselmi hanno interrotto le comunicazioni? «Posso dirle che da ottobre a oggi è stato il presidente La Cava a onorare da solo tutte le spese: l’ultima a metà gennaio, con tutte le spettanze del mese di dicembre. La squadra questo lo sa bene».

Un elemento di contrasto è il mercato di gennaio, troppo oneroso per il budget fissato a inizio stagione. Che risponde? «Lo dico senza mezze misure: credo che sia da applausi la decisione di rinunciare alle ingenti plusvalenze che sarebbero potute arrivare dalle cessioni di Basit e Buglio per non indebolire una squadra che se la gioca alla pari con le più forti del girone. La Cava, come il sottoscritto, pensa soltanto al bene dell’Arezzo: teniamoci stretto un presidente che si è detto pronto ad accollarsi totalmente il futuro disavanzo di gestione da qui a giugno».

Il rischio è che le spese eccessive diventino insostenibili per una società al debutto in serie C che ha salvato il Cavallino da una crisi che sembrava irreparabile. Anselmi ieri ci ha detto: «Abbiamo bisogno di una crescita graduale, evitando voli pindarici, senza forzare lamano nel primo anno della nuova gestione»... «Potrei rispondere punto su punto ma non è il momento giusto per parlarne. Il rischio in questo momento è quello di incidere negativamente sullavoro di Dal Canto e della squadra che, come dice lo stesso allenatore, ha tutte le carte in regola per giocarsi la promozione fino alla fine».

Nel frattempo, i tifosi sono disorientati... «Troveremo tempi e modi per spiegare tutto. Posso anticiparle che convocheremo una conferenza stampa, aperta anche agli sportivi che vorranno partecipare. Diremo chi ha operato davvero per il bene dell’Arezzo dal 12 febbraio 2018 a oggi, le difficoltà che abbiamo incontrato dentro e fuori la società e che abbiamo superato grazie al mio equilibrio e alla mia esperienza. Non nasconderemo nemmeno i bilanci preventivi e consuntivi e gli eventuali mancati introiti, il cambio dei programmi tecnici alla luce della classifica e l’importanza dei risultati sportivi sul valore del club e il ruolo del consiglio di amministrazione».

Secondo lei è possibile ricucire o la spaccatura è definitiva? «Non sta a me rispondere. Parlo di quello che mi compete nel ruolo di direttore generale: sono totalmente dalla parte dell’Arezzo e del suo maggiore azionista La Cava, grazie al quale è nato il processo di salvataggio del club. Il mio compito, d’ora in poi ancora di più, sarà quello di non far perdere al presidente l’entusiasmo e l’impegno notevole che ha già messo in campo e che oggi ci permette di ambire a risultati importanti. Da parte mia garantisco ancora il massimo impegno per la causa amaranto e per una città che mi ha eletto a figlio adottivo».