Fiato sospeso per l'Arezzo, serve oltre un milione per salvarlo. Asta il 16 aprile

Secondo la stima effettuata la debitoria sportiva del Cavallino ammonta a un milione e 340mila euro. In arrivo contributi, ma la cifra da mettere insieme per arrivare al 30 giugno è considerevole.

I curatori Ioffredi e Francario

I curatori Ioffredi e Francario

Arezzo, 6 aprile 2018 - Alta sì ma forse non fino a questo punto. Gli investitori interessati all'azienda Arezzo che il prossimo 16 aprile andrà all'asta dovranno garantire un milione e 340mila euro. E' questa la cifra che corrisponde alla debitoria sportiva, vale a dire agli stipendi, emolumenti in genere, ritenute e debiti con il Fisco. Arriveranno almeno 174mila euro legati a contributi per l'impiego di giovani calciatori, diritti tv e altro a cui andranno aggiunti gli incassi del botteghino e ulteriori iniziative.

Una cifra considerevole che forse non era stata prevista così alta dagli imprenditori che si erano avvicinati alle sorti del Cavallino. Tra questi Giorgio La Cava, legato a Ermanno Pieroni, e Simone Corradi che vanta rapporti con il commercialista aretino Minetti e Nario Cardini, ex diesse di Sansovino e Alessandria. La prossima settimana sarà decisiva per mettere insieme la cifra necessaria per presentare un'offerta. Qualche perpelssità è naturale che ci sia anche perchè ad oggi si tratterebbe di investire su un club che non ha la certezza della permanenza in categoria.

In primis servono 77.500 euro che corrispondono alla base d'asta e poi garantire nell'immediato i 330mila euro per le scadenze legate al bimestre marzo-aprile. Per arrivare a giugno servirà un milione di euro. La debitoria sportiva infatti deve essere estinta per quella data pena l'impossibilità di iscriversi al nuovo campionato.

In mezzo a tutto questo si inserisce il nodo fideiussione. La Lega ha escusso quella presentata da Ferretti ma per incassarla i tempi sono lunghi. La nuova proprietà dovrà comunque presentarne una per coprire il finale di stagione.