Gelo Arezzo, la verità di Anselmi: "Budget e regole, ecco i nodi. Resto ma più dialogo"

«Bilancio da 2 milioni a oltre 3, stop voli pindarici e La Cava non mi ignori: divergenze ci sono ma disposto al dialogo, il presidente è un amico"

Anselmi e La Cava

Anselmi e La Cava

Arezzo, 7 febbraio 2019 - Frizioni, divergenze, freddezza: ditelo come volete ma la realtà parla di un quadro non certo idilliaco ai vertici dell’Arezzo calcio. E Massimo Anselmi, vicepresidente e socio con il 20% delle quote, mette tutto nero su bianco in questa intervista.

Anselmi, conferma la frattura in società? «Confermo la diversità di vedute e aggiungo che la sede per discuterne avrebbe dovuto essere il cda, non giornali e televisione».

Da cosa nascono i problemi? «Tutti dicono che il calcio è un’azienda a sé, ma il sottoscritto ha cercato di portare nell’Arezzo le stesse regole che vigono in una qualsiasi srl».

Cosa contesta in particolare? «Non metto in discussione il settore tecnico, sono state fatte scelte importanti e il risultato sportivo è per ora straordinario, al di là di ogni aspettativa. Grande intuizione pure con Dal Canto che merita elogi incondizionati».

E allora? «Il problema riguarda il rispetto delle regole, il cda non è l’assemblea dove contano le quote. Il cda non è l’assemblea, è un organismo dove uno vale uno, io ne faccio parte quale membro e non come socio di minoranza. Dunque ciò che si stabilisce nel cda non può essere modificato il giorno dopo in una stanza a Perugia o a Roma».

E questo è avvenuto? «Altra premessa: l’Arezzo ha bisogno di una gestione sana e ponderata, i soldi non li hanno messi solo La Cava e Anselmi, i denari li ha messi anche la città. Che merita, nella totale trasparenza, la condivisione di ciò che succede».

Invece? «Ricordo il budget iniziale: 2 milioni e 80 mila euro. Poi siamo saliti a 2 milioni e 519 mila euro. Adesso siamo molto, ma molto oltre i tre milioni».

Dunque? «Dunque, se è vero che sono state fatte offerte per 2 milioni nei confronti di due calciatori, chi le ha rifiutate si è assunto una bella responsabilità. E attenti, non metto in discussione l’obiettivo sportivo, faccio un discorso complessivo. A mio giudizio l’Arezzo ha bisogno di solidità e di una crescita graduale, evitando voli pindarici, senza forzare la mano nel primo anno della nuova gestione. Non scordiamoci del recentissimo passato».

Con La Cava che rapporti ci sono? «Per me resta un amico, le divergenze sono possibili e anche necessarie, indispensabile è il confronto per appianare i problemi. Però non va bene che un membro del cda, un aretino nato a Ceciliano che questa città mai lascerà, apprenda le cose dai giornali. O che venga ignorato allo stadio. O che non sia invitato se c’è una cena con la squadra. Bazzecole, penserete, ma che compongono un quadro».

Cosa intende fare Anselmi? «Restare nell’Arezzo e contribuire alla crescita di squadra e società».

A La Cava cosa dice? «Sono qua e non ho problemi con lui. Possiamo ripartire anche subito. E un’altra cosa...».

Quale? «Sempre disponibile a parlare di un riequilibrio delle quote societarie».