Arezzo, stipendi pagati. Ora svolta vicina

Con due giorni di anticipo la società ha saldato i conti con chi può usufruire della cassa. Pieroni: "A buon punto per un club più forte".

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di Matteo Marzotti

L’Arezzo gioca di anticipo. Il Cavallino ha saldato la scadenza del 15 luglio due giorni prima del termine ultimo. Dal conto della società sono partiti più di 120 mila euro destinati a coprire gli stipendi dei tesserati che rientrano nella cassa integrazione. Una cifra che ha visto il club sfruttare i contributi della Lega Pro oltre ovviamente alle risorse del patron La Cava e del socio di minoranza Orgoglio Amaranto.

"In base all’accordo che ho raggiunto con la squadra il 17 giugno scorso e poi illustrato al presidente - spiega Ermanno Pieroni - giocatori e staff tecnico hanno rinunciato ad una mensilità (quella di giugno) delle quattro che mancavano all’appello. Sotto i 50mila euro lordi hanno potuto beneficiare della cassa integrazione che ha coperto nove settimane. E’ stata pagata la differenza in questo caso. Mancano all’appello quei giocatori che superano i 50mila euro lordi di ingaggio, che verranno saldati entro fine mese sempre con la stessa linea. E’ chiaro che presto dovremo far venire i tesserati ad Arezzo e far verbalizzare alla presenza del sindacato questo accordo".

Il tema dei contratti e dei pagamenti è anche l’occasione per fare il punto sulle trattative per la cessione del club.

"In tempi non sospetti avevo cercato delle persone che potessero dare una mano a Giorgio La Cava nel portare questo fardello perchè sappiamo tutti i costi della categoria, soprattutto dopo il coronavirus - sottolinea Pieroni - La scorsa settimana c’è stato un incontro importante e quasi definitivo. Le persone che ho presentato al legale di La Cava vorrebbero che lui restasse per rispetto deii sacrifici che ha fatto, e per dare anche una sorta di continuità al progetto. Il presidente aveva ribadito la sua intenzione di lasciare, ma nelle ultime ore è emersa la possibilità che possa prendere in esame questa proposta".

Il presidente La Cava a questo proposito: "Vedremo, chissà, magari con molto meno impegno potrei restare, ma valuteremo".

Pieroni non entra però nel merito della trattativa con gli imprenditori probabilmente marchigiani: "Non sono un avvocato e nemmeno un commercialista. Ho messo in contatto le parti e adesso il mio compito è venuto meno. Stanno trattando. Giovedì scorso so che c’è stato uno scambio di documenti richiesti dai legali e dai commercialisti e che la cosa sta andando avanti. Penso, mi auguro, che entro metà settimana ci sia il summit decisivo tra le parti alla presenza di Giorgio La Cava".

Ma il futuro di Pieroni quale sarà? Non è un mistero l’interesse dell’Anconitana dove sono arrivati due dirigenti che Pieroni stima come Damaschi e Arcipreti, ma nemmeno sono un mistero i richiami di Livorno e Trapani.

"I possibili acquirenti hanno detto che a loro avviso dovrei tassativamente restare e sarebbe bene restasse anche La Cava. Vediamo cosa accadrà. Ho sempre detto che il mio percorso ad Arezzo sarebbe finito non appena fosse terminato quello di La Cava. C’è il desiderio che Giorgio possa restare, ma se non dovesse essere così farò le mie valutazioni".