"Arezzo, cuore, grinta, corsa per risalire"

Il nuovo allenatore Camplone: "Situazione delicata ma il campionato è lungo. La società mi ha convinto con un bel progetto"

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di Fausto Sarrini

"Soltanto un allenamento e una rifinitura prima della partita col Padova, sto cercando di motivare i ragazzi, che mi hanno dato subito la loro disponibilità al massimo impegno, poi una volta in campo conteranno soprattutto corsa, cuore, attenzione, determinazione".

Andrea Camplone, il nuovo tecnico presentato ieri alla stampa, è uomo concreto, senza tanti fronzoli, sa perfettamente che la situazione è complicata ma che sarebbe sbagliato farsi prendere dalla frenesia, dalla paura...

"Ci sono ancora 33 partite, 99 punti in palio, il tempo per recuperare c’è ma è necessario cominciare a fare punti, la squadra non può continuare a perdere. Il risultato, soprattutto nella situazione in cui siamo, conta più di tutto, chiaro che per ottenerlo una certa prestazione ci vuole. Detto questo ci sta anche di buttare il pallone fuori dello stadio se dovesse servire e lo dice uno a cui piace il gioco offensivo".

La sua idea di squadra?

"Mi piace il 4-3-3 e penso che col Padova giocheremo così, in ogni caso vanno viste le caratteristiche dei ragazzi e ci vuole sempre equilibrio, il calcio è sport di squadra, non individuale, bisogna attaccare e difendere compatti e in ogni reparto serve un leader".

Camplone continua: "Questa squadra ha preso troppi gol, ma non è solo responsabilità della difesa, il centrocampo ad esempio deve proteggerla di più, ma mi preoccupa ancora di più che i gol segnati sono solo tre".

Subito due delicati impegni ravvicinati, Padova e Matelica domenica prossima...

"Come ho detto dobbiamo dare tutto e sono sicuro che i ragazzi lo faranno. Dovranno aiutarsi a vicenda, restare compatti, evitare errori che nelle prime giornate sono costati molto cari".

Conosce il Padova?

"Sinceramente ora debbo preoccuparmi dell’Arezzo. So ovviamente che il Padova è una bella squadra, costruita per traguardi importanti e il mio vice Tacchi sta studiando la formazione veneta".

Come ha trovato la squadra a livello di condizione fisica?

"Discretamente, anche se ci sono giocatori indietro per vari motivi".

Ad esempio Cerci...

"Sì, ma piano piano salirà di condizione e può darci una grande mano visto il suo valore".

Che tipo di campionato si aspetta?

"E’ un girone difficile, con club forti".

Come è avvenuto il contatto con l’Arezzo?

"Mi hanno chiamato a mezzanotte ma io vado a letto presto e dormivo, mi sono accorto della chiamata alle sette e mezzo di mattina. Ho capito che c’è un progetto serio e non è facile trovare una società così in serie C, per cui questa sfida in una piazza importante come Arezzo mi ha convinto".

Poi un ricordo legato a quando giocava nel Pescara...

"Nel giugno 1987, penultima giornata, noi eravamo vicini alla serie A e l’Arezzo doveva salvarsi. Finì 1-1, pareggiammo verso la mezzora della ripresa con Benini, la curva nord era piena di tifosi pescaresi che esplosero. Fu un punto determinante per la A".