Addio a Giorgio Peruggia, gigante amaranto

Se ne è andato un pezzo di storia dell'Arezzo, ottimo difensore e vero gentleman

Ricordo di Giorgio Peruggia

Ricordo di Giorgio Peruggia

Arezzo 21 settembre 2021 -  Se ne è andato in silenzio, lui che non aveva mai amato la luce dei riflettori, da persona riservata, schiva quale era. Giorgio Peruggia è morto nel primo pomeriggio di domenica all’ospedale San Donato lasciando un vuoto incolmabile. Giorgio era conosciutissimo in città e non solo. Nato a Foiano della Chiana l’8 settembre 1935, aveva vissuto a Monte San Savino, poi si era stabilito ad Arezzo. Nel club amaranto giocò ben sei stagioni, dal 1954 al 1960, ruolo difensore centrale come si dice oggi, centromediano nel linguaggio di allora. Fu tra gli artefici della rinascita, riportando l’Arezzo a livelli discreti dopo la ripartenza dalla Promozione. Indimenticabile la stagione 1955-56, dominata con 28 vittorie, un pareggio e una sola sconfitta, presidente Peruzzi, allenatore Andrei. Poi la serie D, l’ammissione alla C dove Peruggia disputò due stagioni, quindi dopo ben 137 presenze in amaranto, il passaggio alla Carrarese dove nel frattempo era andato il tecnico Andrei e anche lì Giorgio vinse un campionato. Difensore forte fisicamente, molto alto per quei tempi, ma sempre corretto, così come lo è stato nella vita. Serietà, affidabilità, rispetto verso gli altri, grande sensibilità, doti rare, un gentleman d’altri tempi di cui si è perso lo stampo. Poi il mondo del lavoro, alla Konz, allenatore per passione, sia tra i dilettanti che a livello giovanile, perché lo sport, il calcio in particolare sono sempre stati la sua passione. In particolare l’Arezzo che ha seguito fino all’ultimo. Era presidente onorario del Museo Amaranto, molto vicino a Stefano Turchi. Ci telefonava sempre anche quando i suoi ex compagni di squadra se ne andavano, invitandoci a ricordarli. Oggi purtroppo dobbiamo scrivere della sua scomparsa che ci rattrista profondamente. Giorgio era anche un amico di famiglia. Un abbraccio grande alla moglie al figlio Luca. Ciao gigante dal cuore d’oro.