Arezzo 3 agosto 2013 - «Sono cascato dalle nuvole», commenta Gino Severini. che racconta l'arresto che ha fatto scalpore in città. Le fiamme gialle del Comando provinciale di Roma hanno portato alla luce una frode fiscale di circa 60 milioni di euro, della quale lo stesso Severini è accusato di essere stato la mente. 

«Era il 25 luglio e mi trovavo fuori casa. Mi ha chiamato mio figlio, papà vieni che qui ci sono due finanzieri. Sono arrivato di corsa, i due hanno perquisito la casa notificandomi poi l’ordine di carcerazione. Uno mi ha detto: mi spiace, ma devo mettergli le manette. Per favore no, gli ho chiesto, tanto non scappo. Mi hanno accontentato.

Sono stato portato al carcere di Civitavecchia. Abbiamo chiesto al Gip che fossi ascoltato subito, l’udienza è stata fissata per il giorno dopo e alla fine il giudice ha disposto i domiciliari».

«Sono tranquillo e fiducioso nella magistratura, spero solo che facciano presto. La vicenda risale al 2009, all’epoca ero stato ascoltato e credevo che la cosa fosse esaurita».

Sull’Arezzo, di cui è stato presidente dal novembre 2010 al gennaio 2013: «L’Arezzo non c’entra nulla. Sulla denuncia presentata da Ferretti, cosa posso dire? Non so a cosa si riferisca parlando di irregolarità contabili. Lui ha preso la società accollandosi anche i debiti. C’era l’Iva da pagare, c’erano altri sospesi, ma Ferretti sapeva tutto».

L’Arezzo, dal canto suo, interviene con un comunicato: «Non c’è alcun alcun nesso tra l’accaduto e la nuova gestione. Al contrario è stato lo stesso presidente Mauro Ferretti, per voce dell’avvocato Ciardullo, a porre la questione su «alcune situazioni che non tornano a livello contabile». Nessun legame neppure con le attività del gruppo Ferretti.

Una truffa articolata ai danni dell'erario organizzata da un gruppo di commercialisti di Roma, a favore di un consorzio che opera a livello nazionale nel settore delle pulizie e del facchinaggio. Lo hanno
scoperto le fiamme gialle del Comando provinciale di Roma che hanno portato alla luce una frode fiscale di circa 60 milioni di euro, al termine di un'indagine coordinata dal sostituto procuratore di Civitavecchia Paolo Calabria. Gli
indagati sono in tutto 49, 7 gli arrestati: tutti dovranno rispondere del reato di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale.

L'ex presidente dell'Arezzo è accusato di aver creato, con l'aiuto dei consulenti, una rete di cooperative, cui erano state preposte 'teste di legno', che venivano fatte scomparire dopo aver addossato loro i debiti tributari e contributivi del consorzio.

 Dagli accertamenti dei finanzieri della compagnia di Fiumicino, resi difficoltosi dalla mancanza della  documentazione amministrativo-contabile fatta sparire per impedire la ricostruzione del giro d'affari, emerge, oltre all'occultamento al fisco di ricavi per circa 60 milioni di euro, che i proventi della frode fiscale venivano investiti nell'acquisto di immobili, fatti confluire in una società creata ad hoc, i cui dominus occulti sarebbero alcuni degli indagati.

Gli elementi raccolti hanno consentito al pm di richiedere ed ottenere dal gup Giovanni Giorgianni, l'emissione di sette provvedimenti restrittivi della libertà personale (tra cui due nei confronti di professionisti) e di sequestro preventivo di beni mobili ed immobili a Fiumicino e a Roma. Sequestrati anche conti correnti, per un valore di 10 milioni di euro.

Nell'inchiesta è coinvolto anche l’ex giocatore amaranto Ferruccio Mariani 51 anni, che è fra gli indagati. Ferruccio Mariani,  ex centrocampista dell’Arezzo, nella stagione 1989-90 in serie C ed ex allenatore della Sansovino pochi anni fa, nel 2008. Due anni fa è stato il vice di Giannini a Grosseto.