Arezzo 16 marzo 2019 - Tutto esaurito sin dal pomeriggio al cinema Eden di Arezzo per assistere alla proiezione del film di Walter Veltroni “C’è tempo” soprattutto perché a questa sorta di “prima” aretina c’era proprio lui, il regista. “Un caro amico” lo hanno presentato Marco Meacci e Mattia Cialini che lo hanno invitato al suo Passioni Festival. “Sto più al Passioni che a casa - ha scherzato Veltroni - quando Meacci mi dice di venire io obbedisco”. A intervistarlo un altro amico del festival, un altro regista, Michele Picchi (suo il film Diario di un maniaco perbene). Una commedia dei buoni sentimenti con citazioni dedicate al grande cinema e non solo, come il titolo che rimanda alla canzone di Ivano Fossati. “Di citazioni al cinema, a scene di film, a battute ma anche a oggetti come il grammofono usato da Benigni ne La vita è bella ce ne sono cinquanta. Per gratitudine - ha spiegato Veltroni - un mio ringraziamento perché amo e ho amato il cinema”. Sorprendente il cast, dal bravo Stefano Fresi, ma si sa, al giovanissimo Giovanni Fuoco, 13 anni, così come la cantante Simona Molinari nel ruolo di se stessa e “la figlia” Francesca Zezza, anche lei tredicenne.
“Il tema dell’infanzia mi sta molto a cuore. Tra i 9 e i 13 anni è il periodo decisivo per ognuno di noi, noi siamo quello che ci è successo in quegli anni. Avevo conosciuto Giovanni quando ho realizzato il documentario ‘A scuola di felicità’ per Sky. Mi aveva colpito e ho scritto il film pensando a lui”. In realtà nel film, che racconta di un eterno bambinone, un osservatore di arcobaleni, che non ha mai conosciuto suo padre e scopre di avere un fratello e di esserne stato nominato tutore perché il padre è morto, non si sa chi è l’adulto e chi il bambino. Nel viaggio verso casa i due, apparentemente diversi, il fratello grande affronta la vita come un ragazzino e il fratellino pensa e parla come un grande. Nel viaggio verso casa, che si allunga di tappa in tappa, i due impareranno a conoscersi fino non poter fare a meno l’uno dell’altro.
“Ho paura dei grandi che fanno finta di non essere mai stati bambini - ammette Veltroni - e con questa commedia voglio arrivare al cuore delle persone, farle ridere e farle piangere”. Tante le collaborazioni e tanta musica “Quella che piace a me, quello degli anni Ottanta, ma anche la canzone inedita di Lucio Dalla ‘Almeno pensami’ che Ron ha cantato a Sanremo ma qui interpretata dallo stesso Lucio su concessione della sua famiglia”. Ma anche brani inediti dello Stato Sociale, di Danilo Rea, le canzoni di Tozzi e di Simona Molinari. “Volevo fare un film solare e spero di esserci riuscito - conclude il regista - per sfuggire al nero che ci attanaglia, all’odio, al livore, alla paura dell’altro, perché i bambini sanno insegnarci tanto, i bambini sanno”.