Silvio Trotta "& friends": il meglio della musica aretina infiamma Sant'Agostino

La notte di Branduardi vede protagonisti i talenti di una generazione e richiama a Sant'Agostino un gran pubblico

Silvio Trotta e la serata di Sant'Agostino

Silvio Trotta e la serata di Sant'Agostino

Arezzo, 27 luglio 2018 -  "Abbiamo fatto questo disco perché ci piaceva da matti suonare le canzoni di Branduardi". Silvio Trotta, il menestrello della notte di Sant'Agostino, parla a nome di tutti nella libera città di Orgiastica Aurora. Gli piace tanto Branduardi da cantarlo perfino, lui che da musicista spazia dagli strumenti più diversi.

E non è il solo: perché intorno ha polistrumentisti che da soli farebbero quasi un'orchestra: ma poi sono soprattutto amici, ricuciti da un'idea poetica e quasi inafferrabile di musica. Come Lauro Bernardoni: viene dagli Appennini, è uno dei tre Viulan, capaci con la voce di ricreare un mondo che non c'è più. Si fa trecento chilometri in macchina per cantare due strofe di canzone e regalare un omaggio all'amico Silvio Trotta.

"Prima che un musicista Silvio è una grande persona: alzi la mano chi non è d'accordo": le braccia del pubblico restano tutte conserte, anche perché fa freddo nella libera repubblica di Orgiastica Aurora, mentre si alzano di scatto le braccia e le bacchette di tutti i musicisti. Perché l'amicizia è anche scherzo e goliardia e nessuno come Lauro (voce di Caifa nel Jesus Chris Superstar) ne sa qualcosa. "Signori sono il basso più grasso del mondo". Poi con due strofe lascia la zampata che da sola vale i 300 chilometri in macchina.

O come Nando Citarella: da giovane era diventato il compagno di avventura di Pippo Baudo, poi su Rai Uno si era messo a fare perfino il cartomante che lanciava il Tg1. In realtà è un musicista raffinato, anche lui attento a riscoprire canti perduti: come Silvio, come Lauro, come parecchi di quelli che condividono il palco nella notte di Sant'Agostino.

E` la pulce d’acqua che l’ombra ti rubo` e tu ora sei malato e la mosca d’autunno che hai schiacciato non ti perdonera`

Le strofe di Branduardi, famose e meno famose, galleggiano nel piccolo festival dell'estate, estratto del disco omaggio al cantautore. Ma al filtro di questi dieci, forse dodici a tratti quindici musicisti ne escono rafforzate invece che indebolite. Un tappeto di note, la carica dell'amicizia.

Claudia Bombardella, un'altra di quelle che spaziano dallo strumento più bello (la voce) a quelli a corda o a percussione, calamita il pubblico prima ancora di aprire la bocca: suona e canta con il sorriso, con i movimenti, con il senso di felicità che una notte di musica e una notte di musica con gli amici riescono a dare. Poi canta e lo spettro sul quale si muove completa la serata, si incastra come l'ultima tesserina di un puzzle nel mosaico generale.

 Massimo Giuntini, massiccio come gli irlandesi di "Un uomo tranquillo",  il maestro della cornamusa e dei suoni celtici, le viole di Paola Pasquini e Carmelo Giallombardo, la zampogna di Cristian Di Fiore, il basso di Maurizio Bozzi, la batteria di Andrea Nocentini, la chitarra di Alessandro Bruni, il violino di Michela Fracassi, la ghironda di Cesare Guasconi, il piffero e la zampogna di Stefano Tartaglia: prove d'orchestra, sotto la luna ancora non eclissata di Sant'Agostino.

Non ci sarò quando verrai a cercarmi nel sole che la tua vita non è la mia

L'omino di neve di Branduardi si scioglie al sole ma sembra orgoglioso di godersi la sua breve stagione. I canti di Branduardi rivivono uno dietro l'altro, forse un filo meno disincantati rispetto all'originale, forse un filo più amari. Ma Trotta ha la capacità più unica che rara, oltre che di costruire arrangiamenti che viaggiano tra gli strumenti che hanno fatto la storia della musica, di fare squadra, trasformando tanti "maledetti" solisti nell'orchestra più pazza ed esclusiva del mondo