"Ciao Sanremo": i Negrita chiudono con un grido la loro esibizione in finale

Motta chiude le esibizioni: ieri ha vinto con Nada il premio del miglior duetto. Gli sbandieratori sfilano per il red carpet. Le speranze di Rancore

Negrita in finale

Negrita in finale

Arezzo, 9 febbraio 2019 - "Ciao Sanremo": Pau è la voce dei Negrita, sia quando canta sia quando si rivolge alla stampa o al pubblico. Ed è lui a lanciare il saluto che chiude la performance dei Negrita. Quarti nella scaletta, di fronte a dieci milioni di telespettatori. Sempre più rilassati, sempre più convinti anche se per ora non premiati dalle giurie, nè di sala stampa nè demoscopiche. E alla fine, guascone anche nel prime time di Rai Uno, eccolo rivolgersi a tutti e dieci i milioni senza esitazioni o emozioni. Ma la finale in salsa aretina prosegue.

Se non fosse fidanzato con Carolina Crescentini, Nada sarebbe la sua donna ideale. Della grande cantante toscana aveva parlato a lungo a luglio in piazza Grande, esaltandone le doti di interprete. E ieri sera è stata lei ad affiancarlo sul palcoscenico dell'Ariston, nella notte dei grandi duetti.

E con lei e grazie a lei Motta ha vinto il primo premio che conta del festival: quello per il migliore duetto. Un'interpretazione frutto di un'intesa straordinaria e che ha esaltato la sua canzone. Motta, che ormai sembra aver abbandonato quel look "total black" che lo ha sempre caratterizzato probabilmente grazie ai consigli di Beppe Angiolini, ha ricevuto il riconoscimento direttamente dalle mani del presidente della Regione Giovanni Toti.

Un primo riconoscimento che va ad uno degli artisti della etichetta discografica Woodworm, nata qui in città e che ha portato al festival oltre a Motta anche The Zen Circus e Rancore, il cantante che affianca Daniele Silvestri sul palcoscenico.

E non finisce qui: anzi, finisce tutto stasera. E' il giorno della finale per il Festival in salsa aretina: e che ieri ha ricevuto anche l'abbrivio del sindaco Ghinelli, orgoglioso di quanto gli artisti aretini e l'etichetta discrografica made in Arezzo stanno facendo al festival.

Nella finale, come dicevamo, i Negrita finalmente scalano il prime time, l'ora di punta dello spettacolo. Suonano per quarti, quindi al momento clou dello spettacolo televisivo più visto dell'anno, la finale di Sanremo. Va peggio ai loro colleghi "aretini". The Zen Cicrus suoneranno infatti per tredicesimi mentre Motta si conferma uomo della notte: chiuderà per ultimo la scaletta.

Una finale che vede al centro naturalmente i Negrita, aretini di nascita oltre che di scuderia. Il loro ultimo red carpet, l'ultima interpretazione del loro brano, proposto ieri in un tandem di prestigiio con Enrico Ruggeri e con la tromba di Roy Paci. Il brano cresce ad ogni replica ed è di quelli che cominciano ad entrare nella memoria e sotto la doccia. 

Brano che si accompagna al disco del gruppo, lanciato venerdì e che è anche una raccolta che raccoglie 25 anni di successi. Mentre stasera riappaiono finalmente in scena anche gli sbandieratori aretini, partner sotto i riflettori dei The Zen Circus. Dopo il debutto di martedì, il gruppo si è esibito senza bandiere e tamburini sia nel bis di giovedì che ieri sera nella serata dei duetti, che li hanno visti fianco a fianco con uno strepitoso Brunori Sas. Ma oggi si ricrea il fascino delle bandiere e del colpo d'occhio che tanto aveva colpito l'Ariston.

In ballo c'è anche il premio della critica Mia Martini: e se per la vittoria finale la missione aretina sembra avere poche chance di salire sul podio, per l'altra classifica il discorso è diverso. La concorrenza è infernale (basti pensare a Cristicchi e allo stesso Silvestri) ma sia Motta che The Zen Circus sono tra i paladini della sala stampa e quindi si giocheranno le loro carte. E soprattutto se le giocherà Daniele Silvestri: che c'entra? Il suo partner nel pezzo è Rancore, rapper che figura anche lui nel parterre della Woodworm

Di certo stasera saranno di nuovo lì, sotto i riflettori della canzonetta che contano di più, nel cuore della musica leggera italiana: non succedeva da anni, un posto al caldo che per ora nessuno ha la minima intenzione di cedere di un millimetro. Perché Sanremo resta Sanremo.