Negrita, stasera duetto con Ruggeri: "Vi raccontiamo il nostro Sanremo"

Nostra intervista a Drigo. Ieri sera ospiti del Dopofestival, stasera duetto con Roy Paci e Enrico Ruggeri. E oggi esce il doppio album con i successi di 25 anni

Negrita

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Arezzo 7 febbraio 2019 - I ragazzi stanno bene, anche se non dormono e non mangiano. Non ce n’è il tempo a Sanremo tra prove, interviste, passerelle e due serate di fila sul palco più temuto d’Italia. Neanche per una band come i Negrita che di palchi e di concerti ne contano a centinaia in 25 anni di carriera, anni che saranno raccontati in un doppio cd che uscirà domani 8 febbraio con trentacinque canzoni e tre inediti fra cui la canzone del festival, in vista del tour che partirà poco dopo Sanremo con la formazione Paolo “Pau” Bruni, Enrico "Drigo" , Cesare Mac Pietricich, Giacomo Rossetti, Guglielmo Ridolfo Gagliano (suo il fischio del brano sanremese) e il batterista trentino Cristiano Dalla Pellegrina. Riusciamo per un attimo a fermare il vortice impazzito che ruota intorno all’Ariston per parlare con Drigo.

Come state ragazzi?

“Ci ha fatto bene l’esperienza del 2003, ci ha insegnato che si può sbagliare e imparare e che l’emozione arriva sempre, non se ne può fare a meno soprattutto se sai che tutta Italia è concentrata lì a guardare. Purtroppo è difficile cogliere le sfumature di questa manifestazione dal di dentro, non ho sentito i pezzi dei degli altri e non siamo nemmeno riusciti a rivedere le nostre esibizioni”.

Anche voi avete avuto problemi di audio, sia in prova che in diretta durante la prima serata?

“Sì, abbiamo dovuto fare due prove per problemi di settaggio degli strumenti e pochi secondi prima di salire sul palco mettendo l’auricolare ho sentito che era andato via un canale. Che dovevo fare, fermare tutto? Mi sono detto, niente panico, siamo professionisti, e siamo andati avanti. Anche avere un’orchestra alle spalle è stato poderoso. Capita poche volte nella vita”.

Come ogni Sanremo, le polemiche non sono mancate. Il vostro brano è stato considerato politico.

“Non è una canzone politica anche se fa piacere che si crei attenzione intorno ai testi delle canzoni. Purtroppo c’è sempre chi vuole strumentalizzare pur di apparire. La nostra è una canzone esistenziale, si parla del passaggio di questa umanità costretta a scappare da casa. E’ stata fatta una valutazione di tipo umano e a noi piace fare pezzi in cui si racconta il presente. Quello che mi dispiace è che non si capisca quanto sia importante questo tema della libertà e di non dover più aver paura. E’ un pezzo di speranza, per tutti, di destra e di sinistra”.

I commenti sui social vi hanno eletto tra i più “fighi” del Festival. La prima sera vestiti con abiti della stilista Isabelle Benenato, mercoledì sera da Alessandrini.

“Ci stiamo molto attenti, fare i rocker è anche questo. Ci siamo affidati al nostro stylist Giuseppe Magistro che conosce bene i nostri gusti e sa cosa ci fa sentire a posto quando suoniamo. Ci sarebbe piaciuto avere qualche consiglio anche da Beppe Sugar e collaborare con lui, ma era già impegnato con gli Zen Circus”

Come vi sembra questo festival?

“Su Baglioni si sente dire che sarà la sua ultima esperienza, ma ha creato un precedente molto importante. Lui come noi, come tutti coloro che ci vivono, considera la musica un’arte, le dà tutta un’altra credibilità, crea stima fra i partecipanti. Sarebbe un sogno, forse un’utopia, che questa settimana diventasse una settimana in cui i musicisti potessero incontrarsi, socializzare, creare collaborazioni, sarebbe davvero un passo avanti per la musica e non solo per noi che ci viviamo ma anche per chi l’ascolta. Restituirebbe alla musica il suo valore”

E stasera i Negrita, nell'unico giorno di riposo,  saranno ospiti del Dopofestival in attesa della serata dei duetti di domani che li vedrà in una sorta di versione acustica affiancati dal trombettista Roy Paci e da Enrico Ruggeri.