Il Mengo ritrova il rock e il Prato i grandi numeri: oggi la serata clou

Atteso il grande pubblico per Cosmo, l'artista più atteso della settimana. Ma il festival già ha ipotecato il bis in cima alla città alta

Ministri sul palcoscenico

Ministri sul palcoscenico

Arezzo, 14 luglio 2018 - Il rock tenuto per tre giorni sotto il tappeto riesplode all'improvviso tra le piante del Prato. Fino a quel momento tenuto nascosto da rappers, popolo indie, cantautori.

Un urlo, una sorta di grido di battaglia, due giacche: due giacche napoleoniche, il simbolo di un gruppo che ormai ha 15 anni di carriera alle spalle. Anche se conserva i capelli lunghi che ondeggiano e ballano tra le piante del parco. Sono i Ministri. 

La musica sale a tutto ritmo e la scossa attraversa il solito pubblico delle grandi occasioni. Circa duemila persone. Non siamo ai tremila della seconda sera, non siamo alle all'attesa quasi messianica dei Gemitaiz. Il popolo dei fans ragazzini non demorde ma la serata comincia a strizzare l'occhio ad un pubblico diverso.

"Quando abbiamo cominciato a suonare qui, eravamo in un'altra zona della città ed eravamo molti meno".Molti meno, il Mengo prende le misure con il nuovo parco e la nuova location.

I duemila a tratti si disperdono nei vari angoli del Prato. La morsa degli steward e del personale di servizio si ferma alle transenne mentre le giacche napoleoniche ballano e si aprono. Il pubblico sale e scende a seconda degli artisti sul palcoscenico. A tratti si disperde tra i 50 stand del mercatino o ai tavoli della gastronomia. 

Il mixer divide due mondi. Lassù, a ridosso del palcoscenico, il pubblico che non molla di un centimetro, che canta a squarciagola le canzoni dei Ministri avendole imparate chissà dove. Intorno la fascia più protetta di chi c'è ma pensa ad altro.

A ridosso del muro di via Ricasoli quelli che restano a debita distanza, godendosi lo spettacolo più o meno da lontano. Il pubblico del Mengo è variegato, grazie al Parco che ritaglia spazi e occasioni diverse.

"Ognuno ha le forze per rovinarsi e salvarsi da solo, ognuno ha un posto a cui tornare". I Ministri sembrano dare voce al ritorno al Prato, al rientro a casa dello spettacolo estivo aretino. Ma è il rock e il rock non si accontenta di sicuro di una manciata di nostalgia.

"La tua casa non vale niente, il tuo orologio non vale niente, il tuo vestito non vale niente, questa chitarra non vale niente". Tutto perde significato, perfino lo strumento che fa cantare e ballare gli altri. "La tua esperienza non vale niente, il tuo voto non vale niente, tanto vale provarci comunque".

Buttano tutto e tutto recuperano al volo,il rock salva il rock, la scossa della musica non frena le mille possibilità del parco. Il rock è in un angolino del Mengo ma non è in un angolino del Prato, perché ogni pianta o ogni scorcio rimanda ad un'altra storia, quella sulle cui spalle il "bambino" del nuovo evento si arrampica per diventare grande.

Stasera è il giorno della verità. Quello del gran finale, dell'esibizione di Cosmo di sicuro la più attesa delal settimana. L'ipotesi è ch ei numeri della quarta serata battano tutti gli altri. E che rimbalzino sul tavolo del festival per segnare i contorni del festival 2019. Di nuovo al Prato, di nuovo in cima alla città. Ma stavolta con qualche stella di più. E forse il graffio più profondo del rock.