Gallorini dopo Sanremo: "Ora applausi alla Woodworm ma progetti bocciati senza un perché"

Il produttore torna sulla questione dell'ex ortofrutticolo. "Il nostro piano con i Negrita aveva vinto il bando per distacco: nessuno ci ha fatto sapere più niente"

Marco Gallorini

Marco Gallorini

Arezzo, 17 febbraio 2019 - «Abbiamo portato la città a Sanremo, abbiamo dimostrato di saper organizzare eventi e fare musica, che siamo capaci di fare sinergia e valorizzare le professionalità che lavorano sul territorio. Siamo pronti a metterci a disposizione dell’amministrazione per mettere a punto idee e progetti. Anche se proprio ad Arezzo siamo stati trattati in modo inaccettabile».

E’ tornato da Sanremo Marco Gallorini dove ha vinto con il socio Andrea Marmorini e con l’etichetta indipendente Woodworm Label quattro premi della critica (duetto Nada/Motta e Rancore che ha scritto e cantato con Silvestri il brano «Argentovivo»). Al festival ha portato gli Zen Circus, gli sbandieratori, gli ottoni Rasenna Brass, ma ha da digerire ancora qualche boccone amaro.

«Abbiamo dimostrato che Arezzo, la città della musica, può dare tanto che ha professionalità da vendere, ma per lavorare ci vuole il sostegno di tutti. Ora ci dicono bravi, ma ricordo come sia finito nel nulla il progetto di recupero del mercato ortofrutticolo che ci aveva visto vincere il bando pubblico lanciato dal Comune con un vantaggio di trenta punti su progetto di Confindustria, arrivato secondo.

Ci abbiamo lavorato sei mesi consultando commercialisti, avvocati e ingegneri, un progetto enorme che coinvolgeva Negrita e Paco Mengozzi, prevedeva una sorta di università della musica con sala prove dei Negrita, spazi per coworking, uffici, sale per regia audio e video, bar, ristorante con un grande chef televisivo, una accademia di formazione sui mestieri della musica dal manager al backline, spazi per attività culturali e di aggregazione. C’erano anche i finanziatori. Poi nessuno ci ha fatto sapere più niente, nessuna spiegazione o un grazie o una scusa».

Ma il produttore non si tira indietro: «Mettiamoci a sedere allo stesso tavolo - propone - decidiamo cosa vogliamo fare, ma è inaccettabile che a ogni occasione ci saltino addosso. Come è successo per la festa del capodanno quando è stata notificata una multa da mille euro e una denuncia dei vigili urbani per aver sforato di mezz’ora la fine del dj set di Pau.

O quando al Karemaski per il concerto di Young Signorino si sono presentate le forze dell'ordine, tra polizia e carabinieri erano più del pubblico pagante. La gente se n’è andata quella sera vedendo tutto quello schieramento. Siamo professionisti, abbiamo energie da mettere a disposizione, abbiamo idee e non vogliamo soldi. Se non avete bisogno di noi, almeno lasciateci lavorare».