Folla per Meta, da mezza Italia per l'incontro: si racconta, poi intona i successi / FOTO

La gente canta con lui al circolo artistico. Drigo per la prima volta intervistatore. "Ho pianto per te quando hai vinto Sanremo". E il festival di Valenti prosegue

Ermal Meta tra i fans

Ermal Meta tra i fans

Arezzo, 10 novembre 2018 - 

di SILVIA BARDI

Sono arrivati da tutta Italia, Puglia e Sardegna compresa, sin dal mattino si sono messi in coda per entrare al Circolo Artistico, e qui hanno seguito tutti gli incontri previsti nel palinsesto di Sudwave, pazientemente, ma solo fino al suo arrivo, poi il delirio. Quasi tutte donne, di tutte le età. Si chiamano lupi e lupe i fan di Ermal Meta, che ad Arezzo è arrivato con il suo manager Valerio Soave fondatore di Mescal, e si è raccontato, intervistato da Drigo e non per caso: quando era il frontman della Fame di Camilla aprì proprio un concerto dei Negrita. Frutta fresca, caffè caldo, cioccolato, un carico di energia prima dell’incontro col pubblico. Lo introduce Drigo “E’ la prima volta che faccio il giornalista e sono emozionato” attacca e poi ricorda come si sono conosciuti, mentre Negrita e Fame di Camilla, entrambi prodotti da Barbacci, in un agriturismo della campagna aretina trasformato in sala prove preparavano il tour di “Dannato vivere” e che li avrebbe portati anche in Cina. “Quando hai vinto Sanremo ho pianto dalla gioia” confessa Drigo. 

Un successo e una carriera inaspettati “Me l’aspettavo? No perché non ci ho mai pensato, pensavo a costruire qualcosa, a scrivere canzoni, e poi la Puglia era lontana da tutto, viaggiavamo in un pulmino che rischiava sempre di andare a fuoco”. 

Una lunga chiacchierata che diventa subito concerto quando Drigo tira fuori due chitarre. “Vietato morire”, “Piccola anima”, “Non mi avete fatto niente” scaldano il pubblico che canta in coro: ”Prendi a morsi la vita, cambia le tue stelle, se ci provi riuscirai e ricorda che l’amore non colpisce in faccia mai". “La mia storia in queste canzoni” ammette Meta, con l’amore è sempre al centro. “E’ l’argomento dominante nella mia vita, tutto quello che faccio è condito di amore, la sua assenza o la sua distorsione ci fa soffrire. La musa può essere la madre, la ragazza, la moglie, la  sorella, quando canto ho sempre qualcuno davanti ed è il volto di qualcuno a cui voglio bene”.

 Lui, 13 anni vissuti in Albania, gli altri 24 in Italia dove è venuto con la madre, un padre violento da cui prende subito le distanze. Ti senti italiano o albanese chiede Drigo. “Mi sento interamente italiano e interamente albanese,  le mie radici sono in Albania ma quello che si è sviluppato dentro di me è successo qui in Italia l‘Italia ha dato forma alla mia fantasia alla mia cultura  ma non ho mai capito perchè avete così poca memoria. Come mai? La memoria contribuisce alla coscienza storica, alla identità culturale, non ricordarsi della grandezza della cultura dell’arte di questo paese è un peccato, non valorizzare la cultura è un modo per dimenticarsene e massificare il pensiero. Se avete idee, musica, canzoni non mollate mai il colpo, non lasciate mai perderle perché non sapete dove potranno portarvi”.

Intanto la sua musica lo sta portando in giro per i teatri italiani nel tour invernale e annuncia in anteprima ai fan, anzi alle fan, il prossimo raduno che si terrà a Bologna il 16 dicembre :”Il posto più a sud che ho trovato” l’unico compatibile con le date del tour si giustifica. 

Poi l’assalto, foto, selfie, firmacopie dell’album, abbracci e sorrisi, compreso quello a una bambina che ancora non cammina ma che indossa la fascia di Meta: è sulla strada giusta per diventare una lupetta.

Un successo questo incontro di SudWave che nella giornata di ieri è stato  preceduto da un momento particolare, il ricordo di Toni Soddu recentemente scomparso, un punto di riferimento per tutti coloro che gestiscono festival e grandi eventi musicali, considerato il più grande stage manager italiano, raccontato dall’organizzatore di Umbria Jazz Stefano Lazzeri, da Massimo Bonelli direttore del Concerto del primo Maggio  da Fabio Zaffagnini fondatore di Rockin ‘1000, da amici e colleghi che con loro hanno condiviso il palco e il dietro le quinte.

E oggi Sudwave continua con la presentazione del progetto Cesvot e Regione Toscana che mette in palio tremila euro per il miglior spot sul volontariato toscano e  con gli incontri diretti fra gli organizzatori  e manager dei grandi festival europei  con le giovani band, festival come il danese Roskilde Festival il Paleo Festival che si tiene in Svizzera, gli italiani Collisioni, Umbria Jazz, Concerto del Primo Maggio, Rockin1000, Home Festival, Siren Festival, Couc Cous festival, KeepOn live, Festambiente e Arezzo Wave. Il punto di forza e una occasione più unica che rara offerta da Sudwave. In programma oggi anche l’incontro con i responsabili della Siae su come proteggere i diritti d’autore nell’era digitale e  un incontro su come l’Europa intende finanziare i progetti culturali e musicali e come potervi accedere. 

E poi musica con band emergenti  dalle 15 al Virginian e dalle 21,30 al Rock Heat mentre in una  saletta del Circolo Artistico scorrono le immagini di trent’anni di Arezzo Wave con i concerti più belli dello Stadio, pardon, del main stage.