Finale di SudWave con un disco live dedicato a Woodstock

Le voci di sei giovani talenti in un cd. Prossimo appuntamento a Parigi ad aprile con un nuovo format del festival che coniuga classica e rock e porta Arezzo e le sue bellezze e la musica italiana nel sud Europa

SudWave e Woodstock

SudWave e Woodstock

Arezzo 11 novembre 2019 - Ha messo tutti d’accordo. Dopo la polemica su musica colta e non, anche il sindaco ha tirato una riga e messo il punto: Arezzo è la città della musica, classica e rock. E Valenti ci ha aggiunto il punto esclamativo portando la mezzosoprano Valentina Volpe Andreazza a tenere un concerto al Circolo Artistico che ha spaziato da Rossini a Piovani per finire a Woodstock con “We shall overcome” di Joan Baez. La stessa canzone interpretata,  sempre in chiave lirica, con i sei giovani cantanti vincitori del bando Siae e Ministero dei beni culturali nella serata finale che domenica allo Spazio Seme che ha chiuso il festival SudWave con una festa dei 50 anni di Woodstock davanti a Lucio Salvini l’ex direttore della Ricordi che alla tre giorni di amore, pace e musica, unico italiano presente, scritturò Joan Baez, Jimi Hendrix e Crosby Stil & Nash.

Si è chiusa così la seconda edizione di Sudwave Festival pronta a partire ad aprile a Parigi per Arezzo Wave in Paris e nel 2021 per Barcellona con questo nuovo format che unisce la musica classica con le note rock, rinascimento e sperimentazione. Un connubio di arte e tradizione, ricco di collaborazioni enogastronomiche e culturali, per esportare la tradizione aretina e toscana in tutte le piazze europee conosciute da Sudwave. 
A suggellare i diversi momenti di musica e incontri di questa quattro giorni rimarrà una compilation digitale con le registrazioni live del concerto di domenica 10 novembre allo Spazio Seme. Più di un’ora di musica, sei giovani partecipanti, le loro voci si sono intrecciate con quelle di special guest della scena musica italiana come Petra Magoni, Marna Fumarola, Finaz e Nuto della Bandabardò e i musicisti di Arezzo Factory: protagoniste le canzoni famose dello storico festival di Woodstock del 1969. La prima pietra per i ragazzi che hanno partecipato a Woodstock Wave 50, unici interpreti delle celebri canzoni e promesse della futura musica nazionale. "Tra passato e presente - ha ricordato Petra Magoni salutandoli dopo averci cantanto insieme - loro sono il futuro".

“L'intento di SudWave è quello di porre Arezzo al centro di un percorso non solo nazionale ma anche europeo e internazionale – dichiara Mauro Valenti, direzione Fondazione Arezzo Wave - una sorta di mostra mercato dove acquistare la migliore musica che arriva dal sud del continente. Vogliamo ripartire da questi nuovi risultati, come quello legato al Giffoni Film Festival – che ospiterà tre ragazzi aretini nella prossima edizione del 2020, il rinnovato rapporto con le istituzioni – insieme alla Fondazione Guido d’Arezzo e al sindaco Ghinelli, Mibact e Siae – i cui bandi hanno dato sostegno alle attività di Fondazione Arezzo Wave en Paris, e ringrazio anche Spazio Seme e Arezzo Factory, fisicamente vicini in questa avventura. Tutto questo dà una credibilità sempre maggiore al nostro lavoro, soprattutto quando andiamo a presentarlo ai miglior festival europei”. 

Ecco le canzoni del disco: Francesco Lettieri canta “Darling be home soon” di John Sebastian, Tommaso Dugato “Beautiful People” di Melanie Safka, Jessica Caldari “White Rabbit” dei Jefferson Airplane, Kevin Koci “Mr.Tambourine Man” di Bob Dylan, Gaia Mazzoli “Try” di Janis Joplin  e Anastasia Brugnoli “BlackBird” di Crosby, Still & Nash. Come ospiti eccezionali del concerto live si sono aggiunti la mezzosoprano Valentina Volpe Andreazza, che ha cantato “We shall overcome” di Joan Baez, Finaz e Nuto con un medley ispirato a Jimi Hendrix, e in chiusura Petra Magoni che ha cantato la bellissima “Piece of my heart” di Janis Joplin e “With a little help from my friends”, portata da Joe Cocker sul palco di Woodstock. Esibizione finale corale, sul palco anche il vocal coach Gianni Bruschi, con “Freedom”, spiritual divenuto celebre con Richie Evans.

Il corso di vocal coaching ispirato al leggendario festival è stato curato da Fondazione Arezzo Wave e Spazio Seme, promosso da Ministero dei beni culturali e gestito dalla Siae Società italiana degli autori ed editori, due settimane di masterclass dallo scorso martedì 29 ottobre fino al concerto finale del 10 novembre. I sei ragazzi, tutti under 35, sono stati guidati dal vocal coach di Spazio Seme Gianni Bruschi e da altri grandi maestri della scena musicale italiana come il direttore d’archestra del Festival di Sanremo Diego Calvetti, il produttore Stefano Senardi e il manager dell’etichetta Mescal Valerio Soave. Insieme a loro sul palco la resident band di Arezzo Factory che ha accompagnato i giovani nelle settimane e sul palco è formata da: Marco Faralli alle tastiere, Mauro Maurizi al basso, Andrea Cetica alla batteria e Francesco Cucini alla chitarra.