Arezzo, 21 agosto 2011 - Da piccolo era stato chiaro: «O farò il dottore, o Batman, oppure diventerò un agente 007». Filippo Scarafia, 22 anni, aretino, allora come oggi, sfegatato quartierista gialloblù, partendo da questi presupposti, cosa poteva fare nella vita? L’attore: che domande. E fu proprio suo padre, che visti e ascoltati i medesimi presupposti, consigliò all’allora bambino di diventare un interprete.

Quella sarà anche stata una proposta fatta alla leggera da un babbo al proprio figlio. Sta di fatto che Filippo ha preso il padre alla lettera, perché solamente qualche anno più tardi, calcheranno insieme uno dei Red Carpet più famosi al mondo, quello del Festival di Venezia. L’appuntamento è per domenica 4 settembre alle 17. L’occasione? Beh, l’occasione non sarà l’ultimo colpo di mortaio prima di correr Giostra, unica nota dolente per lui, come dicevamo, quartierista sfegatato.

Quel giorno non sarà in Piazza Grande, ma, per uno strano scherzo del destino, nella Sala Grande, al Lido di Venezia, per la prima dell’ultimo film di Emanuele Crialese, (regista di «Nuovo Mondo», opera che a suo tempo ‘puzzava’ di Oscar) dal titolo «Terraferma» (in concorso), dove Filippo interpreta Marco, uno dei co-protagonisti del lungometraggio, insieme a nomi come Donatella Finocchiaro e Beppe Fiorello.
 
In abito di Salvatore Ferragamo, griffe che lo ha voluto vestire per l’occasione, come si fa con le star del cinema, lui al Red Carpet vuole arrivarci con la famiglia: «Ho quattro pass per il tappeto rosso, due sono per mio padre e mia madre, gli altri per me e mio fratello.Dopo tutto quello che gli ho fatto passare per arrivare fino a qui, almeno il tappeto rosso glielo devo».
 
Ma tornando a lui, tanto teatro prima: «Ho iniziato alla Libera Accademia, frequentandola per 5 anni»; tanta passione: «Del cinema mi sono innamorato fin da bambino, quando i miei nonni scoprirono che l’unico modo per far stare buoni me e mio fratello Pietro, era farci guardare un film»; poco più di un anno fa, l’inizio dell’avventura nel mondo della celluloide.

Con Crialese e non solo: è nel cast di una puntata della fiction «Un Passo dal Cielo», andata in onda su Rai 1; nella miniserie «Cinderella», una rivisitazione romana della favola dei Fratelli Grimm, girato interamente in inglese.
«E che emozione è stata sentire gridare l’hollywoodiano ‘action!’ dal regista. Lì per lì, mi sono proprio impalato». Ultimo progetto in ordine di tempo, la parte di Goffredo Mameli nella miniserie Rai «Anita», insieme a Giorgio Pasotti e Valeria Solarino, in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia.

Intanto del regista più blasonato con cui ha lavorato, Crialese appunto, dice: «E’ uno che gira 11mila metri di pellicola al giorno, un visionario»; del suo mestiere: «La cosa più bella è quando sul set, chiudi gli occhi appena prima di iniziare la scena; poi riaprirli ed essere il personaggio»; degli attori che: «Devono essere modesti di fronte al loro ruolo, umili mai, ma modesti sempre».

Tornando all’appuntamento col Red Carpet, ammette: «Chissà che giornata sarà: la conferenza stampa, le interviste, i servizi fotografici, la prima del film... sono agitatissimo, sento il bisogno di parlarne con tutti per alleggerire la tensione. Pensa che stamattina, ho rotto le scatole persino al barista del Fonte Rosa, mentre mi stava facendo il caffè».