Cecè Tripodo, da artista di strada al "Piloquio Tour"

Dopo la vittoria del contest "Fornaci in canto" di Lucca il tour e presto il secondo disco

Vincenzo Tripodo

Vincenzo Tripodo

Arezzo 7 agosto 2018 - Ha vinto la categoria cantautori, ha dovuto affrontare la prova di improvvisazione su tre parole indicate dalla giuria e alla fine ha conquistato anche il premio speciale per la miglior presenza scenica.  Vincenzo Tripodo, in arte Cecè, 22 anni, aretino di adozione, ha conquistato la decima edizione del concorso nazionale “Fornaci in canto” il festival che Lucca dedica a cantanti e cantautori. Ha vinto con la canzone “Insieme a me” il singolo di un album che per ora gira su You Tube e Facebook prodotto da Dietro Le Quinte di Pontassieve.

E pensare che è stato iscritto al concorso a sua insaputa, per “colpa” della fidanzata. “Non sapevo nulla e devo dire che all’inizio ho anche reagito male. Sono felice quando mi devo esibire, ma non nei contest, credo che non si debba gareggiare quando c’è da esprimere un’idea. Di certo ho raggiunto un pubblico dieci volte maggiore a quello che incontro nei miei live anche se quando salgo sul palco reagisco sempre allo stesso modo, che siano 10 o 10mila”. D’altronde Cecè è nato come artista di strada, in Irlanda, lui e la sua chitarra, dove ha frequentato il liceo classico, artista che ha sempre amato scrivere. Per lui è importante avere qualcosa da dire a chi sa ascoltare.

“Poi sono tornato in Italia, a Reggio Calabria, un rientro traumatico per me, bruttissimo, ma visto che le cose belle nascono dalla sofferenza, ne sono venute fuori tante canzoni e lo spettacolo che ora porterò in tour”. Poi l’arrivo ad Arezzo, scelta per studiare all’Università del Pionta “Ma ogni tre anni cambio città” confessa. Un viaggiatore senza radici, Cecè, un equilibrista della vita, che propone in musica con un tour che inizia ora e durerà fino a settembre, un concerto spettacolo dove darà sfoggio del “pozzo senza fondo del mio egocentrismo” ci scherza su giusto per dare un’idea dei suoi testi fra monologhi, giochi di parole, ironia graffiante, dalle storie personali a quello che succede nel mondo. Una carrellata di pensieri, musica e parole tratte che dai precedenti lavori come “Il bivacco” uscito nel 2016, primo disco autoprodotto e i singoli “E così ci ha lasciati” sulla vita di Gesù e “Luna che gode” a “Io maledico” che anticipa il secondo disco in uscita nel 2020.

Silvia Bardi