Capodanno, oltre 3000 a S.Agostino, la scossa di Pau: brusca frenata ai botti VIDEO e FOTO

Un muro di folla ha salutato l'arrivo del 2019 nella grande festa in piazza: afflusso rallentato nei momenti di punta. Auto ovunque intorno al centro, bar aperti dalle 2

La folla a Sant'Agostino per Capodanno

La folla a Sant'Agostino per Capodanno

Arezzo, 1° gennaio 2019 - Oltre tremila persone, che al momento di maggiore afflusso devono aver sfioraton il tetto dei quattromila. Sant'Agostino è un muro di gente, se lanci una piuma difficilmente ricade in terra, si ferma per prima tra le giacche degli uomini e le gonne corte delle ragazze.

E' la festa dell'addio al 2018, è la festa del benvenuto al 2019. Arriva in coda ad una giornata nella quale Arezzo è stata ancora meta di tanta gente. Dagli alberghi arrivano conferme anche di un buon numero di ponti, con due pernottamenti e ripartenza dalla città solo oggi. Dopo anni di mordi e fuggi comincia ad arrivare un turismo serio, di quello che si gode con calma la permanenza in città.

La calma non è però la prima consigliera di Capodanno. E' la notte dellì'euforia, del ballo, dell'eccesso. Lo cavalcano anche i "vu' cumprà", che passano agilmente dagli ombrelli ai palloncini colorati che fanno festa senza violare la regola del no ai botti. E' la notte dell creste luminose sui capelli, dei papillon supercolorati, degli occhiali luminosi. Mancano ancora le classiche felpe inglesi che si accendono come alberi di Natale ma di questo passo ci arriveremo presto.

L'area di Sant'Agostino è un bunker, bloccati anche tutti i parcheggi di via Margaritone con tanto di cartelli. In pratica l'accesso è dal Corso: un doppio filtro, con le transenne che disegnano un quadrato dentro il quale la gente si avvia ad entrare in piazza. Lasciando una corsia per l'uscita, attraverso la quale seguire nel miglior modo possibile i numeri della piazza.

Prima di mezzanotte la ressa diventa palpabile. L'afflusso non viene mai interrotto del tutto ma bruscamente rallentato: i controlli si fanno più meticolosi, gli sguardi più attenti. Un po' per non farsi sfuggire niente e un po' per guadagnare tempo.

Alla mezzanotte è il sindaco Ghinelli ad infilarsi in un bel duello con la bottiglia di spumante, facendo saltare il tappo al culmine del conto alla rovescia. Al suo fianco il consigliere comunale e provinciale Federico Scapecchi. Ed è lo stesso sindaco a fare gli auguri della città ai presenti in piazza. "Eì' stato un bel 2018 ma spero che il 2019 sia meglio" lanciando il suo rituale Forza Arezzo del 31 dicembre.

In quel momento la balaustra nella zona del Mivà è tutta esaurita, sia in prima fila che in seconda. Vietato l'accesso sul lato corto dell'Informagiovani, dentro la piazza si scatena l'euforia. Come ogni anno la piazza diventa il palcoscenico di tutti i ritmi, di tutte le idee: in particolare tanti immigrati, che portano ad Arezzo il contributo delle loro danze e della loro musica. Sembra impossibile che sotto le note martellanti che piombano dagli altoparlanti ognuno possa seguire il suo istinto naturale ma è proprio così.

C'è chi si aiuta con le cuffie, ballando in piazza come in certe discoteche silenziose, dove ti muovi indipendentemente dalla musica che ti propongono. C'è chi balla da solo ma ce ne sono anche tanti che fanno cerchio o trenino, trasformando la festa personale in qualcosa di veramente collettivo.

In prima fila i telefonini puntati. Una volta verso il palcoscenico per riprenderne i protagonisti e una volta verso se stessi, disegnando la classica storia parallela fatta di selfie e foto ricordo.

A mezzanotte e mezza in punto Pau prende il controllo della consolle. Non può cantare, perché l'imminente Sanremo del quale i Negrita saranno protagonisti lascia pochi margini di movimento. Ma scatena la sua classica energia come non mai. Balla e rimbalza per primo, seguendo il ritmo della musica che sceglie.

In piazza non solo i grandicelli, le coppie innamorate o i giovani: ma anche tante famiglie. Con i bambini sui passeggini o in collo e che alla fine della serata saranno portati in braccio, stremati, fino alle macchine.

Papala di lana a proteggere la testa, occhiali schermati anche se è buio, un filo di barba e baffi biondi, la giacca a vento chiusa. Prende in pugno la piazza e non la molla fino al termine della sua esibizione, mentre una nuvola di fumogeni avvolge via via il palcoscenico. In terra rotolano anche diverse delle bottiglie o delle lattine che in teoria sarebbero state proibite ma si sa, non tutto puoi tenere sotto controllo.

Non le bottiglie non la sosta. Intorno alla piazza ecco il proverbiale bunker, con le auto parcheggiate dappertutto. All'incrocio tr avia Aretino e via Crispi disegnano la curva sul marciapiede, osando di notte quello che ormai con i nuovi strumenti di controllo della polizia locale nessuno può più osare di giorno. Pieno l'Eden, piena la Cadorna, pieno il parcheggio della Stazione.

Intanto sui tetti sfilano alcuen lanterne dei desideri, quelle vecchia non a led ma con le fiaccole, partite da chissà dove. In aria trovano pochi rivali. Botti ne esplodono, certo, ma lontani anni luce dagli anni degli eccessi. E perfino le colline, la periferia, i punti scoperti assaggiano un Capodanno quasi morigerato. Gruppi di ragazzi si ritrovano proprio all'aperto per far esplodere petardi e simili, ad esempio lungo il Castro o nei campi a ridosso della Marchionna. 

Intanto le discoteche aprono a chi non aveva il cenone. Via Madonna del Prato complice il Class si trasforma nel Corso, con i body guard impegnati a mettere ordine negli ingressi e le transenne anche qui a disegnare un percorso di accesso. Da lì inizia il secondo Capodanno, quello di chi tira l'alba. Mentyre alle 2 i primi bar cominciano ad aprire i battenti, a servire caffè e brioche. Andranno avanti fino all'alba, tra i gruppi che si muovono a piedi nella notte e quelli che tirano lungo perché a Capodanno si usa così. Poi tutti a letto. Felici di essersi lasciati alle spalle il 2018 e anche di aver imboccato il 2019. Anche perché il bello di ogni anno nuovo è che prima o poi finisce.