Arezzo, 14 giugno 2011 - 'Can you speak english?'. Jason vive in Italia da quasi sette anni, ma per spiegarsi meglio preferisce la lingua madre. Per questo l’intervista al cowboy statunitense con cappello a tesa larga, baffi a manubrio e pizzetto, è un botta e risposta tutto in inglese.

Nelle sue prime apparizioni in piazza Grande, accreditato da Porta Crucifera, ha attirato mille attenzioni e qualche sarcasmo. Ma Jason Buckingham, 41 anni, originario dell’Idaho, ha una laurea in scienze politiche e un curriculum equestre di tutto rispetto. Professionista di trainer e di rodeo cowboy, vincitore di molte gare internazionali, dal 2002 ha iniziato a insegnare il ranch roping e nel 2004 è approdato in Europa per divulgare professionalmente la cultura e le tradizioni dello stile di vita western. Per questo ha scelto Paganico, cuore di Maremma, per portare in Italia le tradizioni dei cowboy americani. Ecco l’intervista. Tradotta in italiano, naturalmente.

Mister Buckingham, ci racconta come si è avvicinato alla Giostra?
"Da qualche anno conosco Carlo Farsetti, con lui ho collaborato tutto l’inverno per preparare i cavalli e adesso porto la mia esperienza anche ad Arezzo".

Ha attirato l’attenzione, oltre che per il suo look western, pure per i complessi esercizi che fa fare ai cavalli di Porta Crucifera, soprattutto nella zona delle Logge Vasari. A cosa servono?
"Per quanto riguarda il mio look è semplicemente il modo di vestirmi che ho da sempre. Gli esercizi, invece, servono per prendere confidenza con le pressioni, con lo stress a cui sono sottoposti durante la Giostra: un allenamento per il cervello a superare le difficoltà".

Qual è, secondo lei, la caratteristica più importante di un cavallo da Saracino?
"Premetto che la vostra è una delle gare più difficili che abbia mai visto per un cavallo. Le luci, i suoni, il pubblico, il fatto che i figuranti siano a diretto contatto con la lizza mettono il cavallo in una condizione di grande stress psicologico. Per questo è importante trovare animali che abbiano caratteristiche di grande equilibrio che vanno sempre tenute in allenamento".

È vero che il suo approccio è completamente diverso da quello tradizionale?
"C’è uno schema classico: quello del condizionamento al rinforzo negativo e al rinforzo positivo. Se il cavallo non risponde correttamente a una richiesta si attua il rinforzo negativo come il colpo di stick, se il cavallo risponde correttamente si attua il rinforzo positivo come uno zuccherino o una carezza. Secondo me non esiste alcun rinforzo negativo e nessun rinforzo positivo nella comunicazione con il cavallo: se si crea una comunicazione chiara c’è una risposta naturale ai nostri messaggi. Il 99% delle problemi con i cavalli derivano sempre dall’uomo e la maggior parte da un messaggio incomprensibile per il cavallo".

Sarà anche alla notturna di sabato, naturalmente...
"Sì, sarò uno degli addetti ai cavalli di Porta Crucifera".

Però dovrà indossare costumi medievali. Lo sa?
"Per una sera potrò rinunciare anche al mio cappello americano. Sarà bello vivere da dentro la Giostra, una manifestazione che ho già molto apprezzato da spettatore".

Non bastava il gran ritorno di Martino Gianni come allenatore: ora c’è anche Jason Buckingham, l’uomo che sussurra ai cavalli. In inglese.