Verso le elezioni, ecco da dove nasce nel centrodestra la fronda contro il Ghinelli bis

Lega ostile e non solo per l’inchiesta, Forza Italia critica, Fdi lealista. Le alternative al sindaco uscente che però ha molte carte da giocare. I nomi alternativi

Alessandro Ghinelli con gli assessori

Alessandro Ghinelli con gli assessori

Arezzo, 21 febbraio 2020 - Sempre più nubi nel cielo del centrodestra, lanciatissimo a livello elettorale ma incartato più che mai sulla questione sindaco. Quando pareva che la conferma di Alessandro Ghinelli fosse nelle cose, ecco l’irrigidimento; con il partito maggioritario, la Lega, che ha assunto una posizione ostile nei confronti del sindaco uscente. Svariati i motivi e non soltanto quello relativo all’inchiesta giudiziaria che potrebbe pure innalzarsi di livello, ma solo dopo la campagna elettorale.

Il Carroccio lamenterebbe il poco peso avuto nella legislatura, da qui la richiesta di un nuovo candidato e una ripartizione diversa di incarichi nel caso di una vittoria. All’interno della Lega non mancano però le sfumature anche se il gruppo storico aretino, quello per intendersi legato alla figura di Egiziano Andreani, sarebbe il più deciso a volere un nuovo front runner. C’è però l’assessore Tiziana Nisini che spinge per la conferma.

E’ la senatrice la più in difficoltà: legata a Ghinelli ma zavorrata dalla fiducia concessa al consigliere comunale Roberto Bardelli e al presidente di Arezzo Casa Lorenzo Roggi, da lei caldeggiato al momento della nomina. Insomma, un quadro da cui è scaturita l’indicazione non univoca al commissario regionale Daniele Belotti che l’ha calata sul tavolo nel briefing romano con i riferimenti toscani di Fdi e Forza Italia.

L’eventuale no a Ghinellie trova negli azzurri terreno fertile: da settimane il partito ha marcato le distanze dal sindaco, pur ribadendo la volontà di non rompere la coalizione qualunque decisione venisse presa. E dunque due partiti su tre contro Ghinelli mentre in una posizione saldamente lealista rimane Fratelli d’Italia, «ma sempre nell’unità del centrodestra» fa sapere il deputato Giovanni Donzelli. Tornando a Ghinelli, sarebbe sbagliato giocare più di un centesimo sulla defenestrazione del sindaco che ha ancora le sue brave carte nella manica.

Resta lui, infatti, il candidato più forte che la coalizione può esprimere; ed è di fatto già in campo con la lista civica che nel 2015 aveva contribuito in modo determinante alla sua vittoria. Non è poi facile individuare un’alternativa: si è parlato di Paolo Enrico Ammirati, qualcuno lancia il nome di Roberto Maruffi, rispunta a ogni soffio la figura dell’assessore Marcello Comanducci, stimato trasversalmente, che però in tempi non sospetti ha sottolineato le difficoltà personali nel coniugare l’attività politica con quella d’impresa.

E c’è chi non rinuncia all’idea di lanciare in pista il vicesindaco Gianfrancesco Gamurrini. Siamo insomma di fronte a una sorta di rebus che non favorisce l’immagine di una coalizione che ha governato per 5 anni intorno al suo sindaco sul quale ora è essa stessa ad addensare nubi. Intanto il tempo scorre: entro la settimana si saranno riuniti i partiti locali per trasmettere poi al regionale i rispettivi intendimenti.

Quanto al centrosinistra, ieri alla Casa dell’Energia è stato costituito il comitato per Giani presidente della Regione, presenti i vertici del Pd (anche i consiglieri regionale Caccarelli e De Robertis) e della coalizione.