Verso il 2020, Romizi: "Il Pd non è più il perno della coalizione"

Affondo del consigliere comunale di Arezzo In Comune:"Un'alternativa progressista sul modello abruzzese"

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Arezzo - Si scaldano i motori del centrosinistra in vista delle elezioni amministrative del 2020. Non manca poi così tanto e gli incontri all'interno della coalizione sono già iniziati. E' ancora troppo presto per capire quale sarà la formazione che si presenterà alle prossime elezioni. Sono tanti i fattori gioco, a partire dai risultati delle prossime europee, passando per l'individuazione di un possibile candidato a sindaco. A smuovere un po' le acque ci ha pensato il consigliere di opposizione Francesco Romizi. “Dopo l’appuntamento del dicembre scorso all’auditorium della Cgil, dove è cominciato il percorso, in vista delle elezioni amministrative, per la composizione di un raggruppamento progressista in grado di costituire l’asse portante della sfida politica ed elettorale da lanciare all’attuale amministrazione, i risultati delle regionali in Abruzzo inducono a un’ulteriore riflessione", scrive il consigliere che nel 2015 si era presentato alla guida di una lista civica in appoggio al candidato del Pd e che aveva riscosso un buon successo. "La cosiddetta vocazione maggioritaria del partito democratico ha esaurito la sua spinta e il candidato alla presidenza di quella Regione ha potuto usufruire di consensi provenienti da un ampio bacino di elettorato ‘civico’, la cui consistenza si è manifestata con chiarezza. Le elezioni abruzzesi hanno visto il centrosinistra sconfitto ma con alcuni segnali positivi", aggiunge Romizi che prefigura per il 2020 uno schieramento di chiara impronta civica. "Quello che mi preme sottolineare è proprio questo: è riapparsa la prospettiva di una colazione in grado di fare appello a un’opinione pubblica disposta a riconoscersi in persone credibili e in liste che abbiano come primo riferimento la società civile. La partita è aperta. Arezzo in Comune è disposta a seguire questa strada, auspico che anche nel Pd si apra un dibattito che giunga, con vista al 2020, a tale soluzione”, conclude Romizi.