Pd, la geografia delle primarie: ex orlandiani con Zingaretti, renziani divisi a metà

Ottanta i seggi aperti in provincia, al voto domenica dalle 8 alle 20. L'attesa del numero di elettori: dopo i tempi dìoro nel 2017 erano scesi a 17 mila

Primarie del Pd ad Arezzo

Primarie del Pd ad Arezzo

Arezzo, 28 febbraio 2019 - Ottanta seggi aperti tra città e provincia, votazioni dalle 8 alle alle 20, tra candidati nazionali in lizza. Vanno in scena domenica prossima 3 marzo le primarie del Pd, presentate ieri mattina dai reggenti del partito aretino Matteo Bracciali e Francesco Ruscelli. Potranno votare anche i ragazzi che hanno compiuto sedici anni, per tutti necessari il certificato elettorale e un documento d’identità. In ballo, oltre ovviamente alla segreteria nazionale del partito, c’è il test aretino per capire come le posizione si siano scomposte dopo gli ultimi rovesci elettorali Dem.

Già una prima prova si era avuto con il voto dei circoli e con la netta vittoria di Nicola Zingaretti, la prima di un non renziano dopo anni di trionfi dell’ex rottamatore che qui aveva la sua prima roccaforte in Italia. Zingaretti era andato oltre il 50% e adesso il voto aperto non solo agli iscritti sarà un altro test per definire la geografia del partito.

La componente renziana si è tra l’altro divisa tra due candidati: con Martina ci sono l’ex deputato Marco Donati che guida la lista e la vicepresidente del consiglio comunale Lucia De Robertis. Con Giachetti è invece schierata la maggioranza dell’Unione comunale guidata dal segretario Alessandro Caneschi. E nel derby renziano era stato proprio Giachetti, nei circoli, a prevalere.

A fianco di Zingaretti sta compattamente l’ala ex orlandiana, capitanata dall’assessore regionale Vincenzo Ceccarelli, forte della ex senatrice Donella Mattesini, del reggente Francesco Ruscelli, di Marco Meacci, di Massimiliano Dindalini, della sindaca di Civitella Ginetta Menchetti. E’ insomma la storica componente, finora sempre battuta dai renziani ma che potrebbe andesso prendersi la rivincita.

Sono dunque due i nodi di questa consultazione primaria. Il primo riguarda appunto se Zingaretti avrà la meglio ripetendo il successo nei circoli e approfittando della divisione Giachetti-Martina; e in questo caso, se riuscirà a superare o meno il 50% dei consensi. L’altro aspetto è invece relativo all’affluenza.

Nelle ultime primarie, quelle del 2017, avevano votato circa diciassettemila fra iscritti e simpatizzanti, un numero dimezzato rispetto alle precedenti consultazioni. Cosa accadrà stavolta? Ancora un calo, oppure un afflusso convincente alle urne aperte nei circoli (per sapere dove https://margot.partitodemocratico.it/prei/trovaseggio/), nelle sezioni, nelle sedi associative? Ed è questa, probabilmente, la risposta più importante che il Pd si attende.