Arezzo, 16 marzo 2018 - Segreteria azzerata, dibattito a tutto tondo, richiesta di un congresso nazionale: così in sintesi l’attacco della minoranza Pd nella direzione provinciale riunita per la seconda volta dopo la sconfitta elettorale. E ci vorrà anche un terzo appuntamento: numerosi gli interventi ancora da esaurire, indispensabile una riconvocazione all’inizio della prossima settimana.
E’ stata dunque una serata «calda», diversa dal primo appuntamento di tono più istituzionale. L’area orlandiana non ha infatti rinunciato all’attacco, nonostante non siano state chieste le dimissioni del segretario provinciale Albano Ricci. Particolarmente critici gli interventi di Massimiliano Dindalini, Francesco Ruscelli, Donella Mattesini, Alessio Ferrabuoi; e sotto accusa è stata messa la gestione della campagna elettorale, «avvenuta - come è tornato a sostenere Dindalini - a scapito del simbolo e concentrata sul solo candidato, anche attraverso rapporti con mondi esterni al partito».
Una strategia, secondo la minoranza, che si è rivelata perdente. In particolare però è stata criticata la mancanza di una politica collegiale all’interno del Pd. Ancora Dindalini: «Fino al momento dell’elezione di Ricci si è parlato di gestione unitaria, dal giorno dopo in poi il segretario ha scelto la sua squadra personale, senza minimamente coinvolgere gli altri». Da qui la richiesta di azzerare la segreteria e di ripartire unitariamente, con l’area orlandiana disposta anche a sciogliersi. Nel mirino l’assenza di dibattito e lo scollamento dalla gente evidenziato dall’esito elettorale.
Quanto alle proposte, oltre all’azzeramento dei quadri pur restando segretario Albano Ricci, c’è quella di andare a una conferenza programmatica nella quale approfondire temi e ritrovare le ragioni per le quali il Pd era nato. Ma anche la richiesta da inviare al nazionale di un congresso per rifondare il partito. Non ha preso la parola in direzione l’assessore regionale Vincenzo Ceccarelli che si è riservato di farlo nella prossima riunione. Anche lui dovrebbe ribadire le richieste della minoranza, nell’ambito di un generale scioglimento delle componenti e in vista di una gestione realmente unitaria.