L'amarezza Pd, l'euforia del centrodestra, la rabbia di Leu: parlano i protagonisti

Ricci: "Dimissioni? Sto valutando". Donati: "Vittima di un vento nazionale". Mugnai: "Grande risultato". D'Ettore: "Deputato di tutti". Nisini: "Il balzo della Lega". Bianchi: "Vincono le idee"

Andrea Vignini

Andrea Vignini

Arezzo, 6 marzo 2018 - Passato lo choc, in positivo o in negativo delle urne, le reazioni si rincorrono sul palcoscenico della politica.. Ha dormito poco Stefano Mugnai, neoeletto alla Camera nelle liste di Forza Italia. «Abbiamo ottenuto un grande risultato come coalizione - dice - e in qualità di coordinatore regionale sono ancora più soddisfatto di come sono andate le cose in Toscana, Forza Italia stacca sei seggi uninominali e forse 4 al plurinominale». «E’ una domenica che sono felice di condividere con il mio amico Maurizio D’Ettore. Abbiamo iniziato insieme nell’ormai lontano 1995, si meritava di andare a Roma».

D'Ettore risponde al telefono, «Sarò deputato di territorio, parlamentare di tutti i cittadini a prescindere dalle opinioni politiche, sarò a fianco delle amministrazioni di qualinque colore esse siano. E in città aprirò un ufficio per avere un contatto continuo con la gente»-

La sconfitta brucia ma Marco Donati cerca di non darlo a vedere: «Nonostante tutto non ho rammarichi, ho fatto quello che potevo. Purtroppo mi sono trovato davanti a un trend nazionale negativo e a una legge elettorale che lo amplifica». Donati non crede neppure di aver pagato troppo il clima determinato in questa città e in questa provincia dal crac di Banca Etruria e dalla tempesta politica che ne è nata: «Non credo abbia pesato più di tanto. No, la vera questione è che il dato elettorale era influenzato ovunque dalla situazione nazionale. Ci fosse stato un candidato di fuori avrebbe perso in maniera anche più bruciante».

Il segretario provinciale Pd Albano Ricci spiega che è ancora troppo presto per fare bilanci o azzardare dimissioni, nonostante la sconfitta, alla sua prima elezione, sia stata bruciante. «Sì, forse abbiamo pagato una perdita di radici sul territorio. Se penso di mettere a disposizione il mio mandato? Vedremo, voglio pensarci sopra».

Tiziana Nisini della Lega ha vissuto la notte più lunga della sua vita: quella di un confronto voto a voto nel quale stava per battere un viceministro, Riccardo Nencini. «E’ stato un risultato straordinario,lasciamo stare che io sia passata oppure no. Quello che contava era che la Lega facesse un balzo in avanti: e lo abbiamo fatto». E aspetta notizie, perché era in lizza anche al proporzionale e le speranze non mancano.

«Sono stati commessi gravissimi errori, alla base del fallimento elettorale c’è soprattutto questo». Non la manda a dire Andrea Vignini, referente provinciale di Liberi e Uguali. L’ex sindaco di Cortona va giù duro: «Leu non è riuscito a incarnare le ragioni della sinistra, è apparso ai cittadini come uno strumento messo in piedi solo per garantire qualche posto al sole a una cerchia ristretta di persone. Sono stati eliminati dalle liste nomi espressione del territorio per catapultare personaggi improbabili». L’analisi continua: «La gente sta male, ha paura ed è saltata quella rete sociale di rappresentanza che invece tiene ancora in provincia di Siena».

Dai Cinque Stelle la soddisfazione di Lucio Bianchi, pur non eletto. «Siamo molto più di un partito anti-sistema. Finalmente l’Italia, e anche Arezzo, ha messo da parte le ideologie e favore delle idee. Le persone ci hanno votato perché hanno condiviso il nostro programma, quei venti punti fondamentali per riformare il Paese».