Inchiesta, opposizione via dall'aula dopo l'attacco: "Stagione chiusa, vattene"

«Dimettiti per il ripristino della trasparenza»: da Ralli a Romizi, da Caneschi a Modeo è totale l’offensiva contro il sindaco. "Anche Roggi deve andarsene"

I banchi del Pd in consiglio

I banchi del Pd in consiglio

Arezzo, 22 gennaio 2020 - Lasciano in massa l’aula del consiglio comunale, hanno appena contestato la replica del sindaco e si indignano quando Alberto Merelli, assessore al bilancio, prende la parola per illustrare una pratica. «Siamo costretti ad ascoltarlo quando lui mai ha chiarito la sua posizione nella vicenda Coingas»: e si inerpicano, Luciano Ralli in testa, verso la sala rosa per una conferenza stampa indetta sui due piedi.

E’ stata la conclusione di un pomeriggio politico bollente durante il quale l’opposizione ha attaccato ad alzo zero il sindaco Ghinelli chiedendogli di non ricandidarsi (Ralli) o di dimettersi seduta stante (Romizi), con il corollario delle dimissioni richieste anche per Amendola (che le ha già date) e Roggi (Modeo) e la chiosa beffarda su Staderini: «Era lui il portavoce della lista OraGhinelli» (Caneschi). Luciano Ralli, che parla da quasi candidato sindaco del centrosinistra alle elezioni comunali, introduce la giornata come «una delle più tristi della storia cittadina degli ultimi anni».

Ricapitola la vicenda, sottolinea le registrazioni furtive di Staderini, «nessuna fiducia reciproca». Il tutto mentre «la città è ferma, non lo dice l’opposizione ma il vescovo». C’è una destra aretina, insiste Ralli, che «non perde i vecchi vizi che fecero cadere Lucherini: non lo dico io ma lo storico leader Maurizio Bianconi. Da questi esponenti della destra è bene prendere le distanze, il sindaco avrebbe dovuto comportarsi diversamente: non lo scrive l’opposizione ma i due maggiori dirigenti locali di Forza Italia».

Il capogruppo Pd giudica quindi conclusa «la stagione di questa amministrazione» e al sindaco chiede «risposte politiche»; e se non è in grado «di togliere le ombre inquietanti, ne tragga le conseguenze: si dimetta o non si ricandidi». Battagliero Francesco Romizi di Arezzo in Comune: «E’ bassa politica, una cornice di squallore nel gestire la cosa pubblica che coinvolge i massimi esponenti dell’amministrazione. E anche all’epoca di Variantopoli, l’attuale sindaco era esponente di spicco della giunta che finì travolta dagli scandali, senza accorgersi di quello che succedeva».

Lapidaria la richiesta: «Dimettiti». Fallo «per consentire il ripristino di un quadro di trasparenza, correttezza amministrativa e fiducia nella gestione della cosa pubblica».

Alessandro Caneschi ha messo nel mirino i criteri di nomina nelle aziende partecipate: «Al momento dell’insediamento di questa amministrazione sentii parlare di criteri meritocratici e non lottizzatori. Mi pare che sia un proposito miseramente fallito. Quelle scelte sarebbero ogi confermate? O non è il caso di chiedere le dimissioni di Amendola e Roggi?».

Sul tema delle partecipate si è soffermato anche Andrea Modeo, l’ultimo del Pd a parlare prima della piccata replica del sindaco Ghinelli al termine della quale i consiglieri di minoranza hanno esternato tutta la loro insoddisfazione ritenendo che non fossero state date date le risposte politiche circa le frasi registrate di nascosto da Staderini e poi scaricate in un computer.

Ma siamo davvero all’epilogo del pomeriggio di fuoco: si alza Merelli per parlare, si alzano tutti all’unisono dai banchi dell’opposizione: Ralli, Caneschi, Pasquale Macrì, Modeo, Caporali, Romizi, Barbara Bennati, Paolo Sisi. E in fila indiana salgono in sala rosa per «sparare» di nuovo contro il sindaco. No, non saranno settimane tranquille.