Il bilancio di Vasai: "Sono stati anni turbolenti, ma abbiamo dato risposte"

Roberto Vasai lascia la Provincia dopo aver ricoperto vari incarichi per 23 anni

I dipendenti della Provincia

I dipendenti della Provincia

Roberto Vasai lascia la Provincia di Arezzo dopo 23 anni nei quali ha ricoperto diversi ruoli. Anni in cui è cambiato praticamente tutto dentro la politica, ma soprattuto dentro la Provincia che oggi si trova ad essere ente di secondo livello. Vasai è stato consigliere, poi assessore e per nove anni presidente. Oggi fa un bilancio di quello che è stato il suo percorso. “Appena eletto presidente è subito iniziato il dibattito sull'abolizione” ha raccontato. “Ricordo con piacere la nostra battaglia per rimanere autonomi, è stato uno dei momenti più alti di coesione politica con difese dell'ente da parte del Vescovo e dei sindaci. Anche in quel caso avevamo ragione noi” ha spiega. “Senza una squadra non avrei potuto resistere a situazioni difficilissime” ha aggiunto Vasai che ha ripercorso i vari momenti dei suoi anni alla guida dell'ente. “Siamo rimasti in piedi cercando di fare le cose nel miglior modo possibile e cercando di sopperire alle urgenze del territorio” ha spiegato.

“Sono stati anni turbolenti, sopperendo alle continue emergenze, alle crisi di identità della Province, alla mancanza di fondi economici, al taglio di competenze e personale, ma sono orgoglioso di lasciare un ente sano economicamente, ma soprattutto di non lasciare opere pubbliche non ultimate” ha raccontato Roberto Vasai

“Siamo riusciti in una situazione di difficoltà anche a vendere immobili che la Provincia non era più in grado di mantenere” aggiunge. E infine una riflessione sul futuro dell'ente. “Sono per una revisione complessiva del sistema, le province devono essere luogo di confronto e servizi per i comuni. Sono per il ritorno all'elezione diretta, magari cambiando il sistema elettorale. Le responsabilità del Presidente sono tante ed è necessario che sia eletto” ha concluso.

Anche durante la relazione finale di alcuni giorni fa, Vasai aveva tracciato un bilancio dei suoi ultimi anni alla guida dell'ente.

“La Provincia dovrà diventare sempre più la casa dei Comuni, prendendosene cura, in particolare di quelli più piccoli, mediante l’erogazione di servizi quali: centrale unica degli acquisti, appalti, servizi del personale e ragioneria” aveva detto

Tra gli interrogativi che rimangono aperti c'è principalmente quello che riguarda il mantenimento dell'ente come secondo o il ritorno primo livello. Se le province dovessero tornare ad avere più poteri e più risorse, perché non affidare ai cittadini la scelta dei sui rappresentanti? Nella nota di aggiornamento al Def si parla di restituzione alle province di un quadro ordinamentale certo e uno stabile assetto funzionale. Potrebbe sembrare un primo passo verso uno sviluppo dell'ente. La Lega ha anche presentato un disegno di legge firmato da Salvini e Centinaio nel quale si parla di «ripristinare la legalità costituzionale attraverso l’elezione diretta a suffragio universale del presidente e dei consiglieri della Provincia» Una  proposta è arrivata anche dal viceministro Garavaglia ed è quella di dare alle Province il ruolo di Stazione Unica Appaltante.

Un report dell’Upi conferma che: “50 Province su 76 hanno formalmente costituito una Stazione Unica Appaltante e le restanti Province hanno comunque avviato attività propedeutiche alla sua costituzione”.

 

Diego D'Ippolito