I 5 Stelle di San Giovanni: "delusi e amareggiati dopo la prima audizione su Podere Rota"

Il consigliere del Movimento Tommaso Pierazzi. "E’ stato imbarazzante anche vedere sospendere per almeno due volte l’assemblea".

Tommaso Pierazzi

Tommaso Pierazzi

Arezzo, 26 febbraio 2021 - Si è detto “deluso e amareggiato” per il modo con cui è stata condotta l’audizione il consigliere comunale del movimento 5 Stelle di San Giovanni Tommaso Pierazzi, che ieri pomeriggio ha assistito al primo step dell’Inchiesta Pubblica sul progetto di ampliamento di Podere Rota. “Dovevamo solo stabilire il programma dei lavori e la nomina dei commissari. Non sono stati raggiunti nessuno dei due punti – ha detto -. Non solo. Per decisione del Presidente non potevamo neppure interloquire verbalmente con lui, ma solo scrivere in una chat che solo lui poteva leggere e, immagino, visionare anche chi era lì con lui. E questo muove ulteriori dubbi, visto che il Presidente del comitato dell’inchiesta pubblica, dott. Alessandro Franchi, si trovava a gestire l’assemblea direttamente da una sede di Csai”. “

E’ stato imbarazzante anche vedere sospendere per almeno due volte l’assemblea perché il Presidente doveva interagire con qualcuno che evidentemente era lì accanto a lui – ha aggiunto Pierazzi -. Chi c’era? Cosa avevano da dirsi? Dove vengono garantiti i principi di massima trasparenza se non potevamo vedere nemmeno chi era presente alla prima audizione. Abbiamo solo il numero dei partecipanti. Eppure si chiamano inchieste pubbliche proprio perché svolte pubblicamente e quindi tutti i partecipanti visibili. Forse si preferisce evitare all’opinione pubblica di far conoscere in quanti partecipano e quanti di questi sono contro l’ampliamento?” Il rappresentante del movimento ha ricordato che tutte le piattaforme esistenti propongono la possibilità di vedere ogni partecipante e di leggere liberamente le chat interne, come una vera assemblea in presenza. “Ma in questo caso si è preferito imporre un metodo non riportato da nessun decreto”, ha concluso. Sulla vicenda è intervenuta anche la senatrice toscana Laura Bottici. “Quello che sta accadendo in Valdarno va in contraddizione con le direttive europee che ci ricordano l’impegno che devono perseguire tutti gli stati membri per garantire la progressiva diminuzione della collocazione dei rifiuti in discarica – ha detto -. Dopo trent’anni far sopravvivere un impianto destinato a chiusura nel 2021, non permette alcuna transizione verso un’economia circolare”. Nel frattempo le consigliere regionali Irene Galletti e Silvia Noferi presenteranno in Regione le osservazioni del capogruppo Pierazzi.