Elezioni, la sfida all'ultimo voto delle Regionali. Seggi, la fuga dei presidenti

Nel capoluogo ha rinunciato il 15 per cento, in provincia il 10: è paura Covid? Le sfide fra i partiti e dentro le singole liste: le battaglie più appassionanti

Sono già 450 gli scrutatori che hanno rinunciato per paura del Covid

Sono già 450 gli scrutatori che hanno rinunciato per paura del Covid

Arezzo,20 settembre 2020 - Il sindaco, ma non solo il sindaco. Se per gli aretini del capoluogo la corsa per Palazzo Cavallo (l’ultima a essere scrutinata, martedì mattina) è la più importante, per tutti gli altri 250 mila abitanti della provincia, e anche per il resto del paese, è un’altra la partita che conta.

Parliamo ovviamente della sfida per la Regione, con la Toscana trasformata nell’Ohio d’Italia, secondo una facile definizione ripresa dalle presidenziali Usa, ovvero la battaglia che decide della guerra elettorale nazionale. E’ un match, ovviamente, che si gioca anche in questa circoscrizione provinciale: Eugenio Giani, che in altri tempi avrebbe vinto facilmente nella terra che fu del Rosso Antico, o Susanna Ceccardi, la pasionaria leghista che vuole approfittate dello spostamento a destra, testimoniato anche dalle ultime politiche, dell’elettorato aretino? E’ la sfida delle sfide, ma non è l’unica sfida di questo turno elettorale visto nell’ottica delle Regionali.

Chi saranno innanzitutto i consiglieri selezionati dalle urne per Palazzo Panciatichi? Conviene ripartire dal presente, col Pd che ne ha due (Lucia De Robertis, vicepresidente del consiglio regionale, e Simone Tartaro, subentrato in corsa a Valentina Vadi, diventata sindaco di San Giovanni), più l’assessore Vincenzo Ceccarelli, la Lega uno, Marco Casucci, protagonista di un’opposizione incessante.

Ce la faranno i due partiti a confermare i loro eletti? Dipende anche da chi vincerà la gara per il governatore, che si porta dietro un premio maggioritario del 60 per cento. Tra gli altri qualche speranza, ma non troppe, ce l’ha Forza Italia, che porta a capolista Alessio Mattesini, presidente uscente del consiglio comunale, e qualcuna in più Fratelli d’Italia, che può sperare in un quoziente buono per il suo capolista Gabriele Veneri, presidente degli orafi del Cna, come a dire che anche le antiche organizzazioni collaterali non sono più quelle di un tempo. Italia Viva, quanto resta del renzismo nella provincia che fu fra le più renziane d’Italia, ha bisogno di un resto abbondante, il favorito nel caso sarebbe l’ex sindaco di Bibbiena, Daniele Bernardini.

Ma sono appassionanti anche i duelli interni ai partiti. Lucia De Robertis, tanto per dire, se la deve vedere con Ceccarelli nella corsa a chi raccoglie più preferenze, forse decisive per l’ingresso in giunta regionale nel caso vincesse Giani. L’assessore uscente è una macchina da guerra, cinque anni fa fu il più votato dell’intera Toscana. Riuscirà a ripetersi a questi livelli dall’ultimo posto in lista? In Valdarno lui farà ticket con Elisa Bertini, mentre la sua rivale elettorale fa coppia con Tartaro.

E’ un altro spunto da seguire. Se Casucci non sembra avere rivali nella Lega, Veneri è il candidato sostenuto dalla macchina politica locale di Fdi ma deve vedersela con la possibile sorpresa Letizia Giorgianni, paladina degli azzerati di Banca Etruria col comitato «Salvabanche». Intanto, sulle urne pesa anche l’incognita Covid. Non solo per la paura che i seggu possano trasformarsi in un veicolo di contagio ma anche per la fuga dei presidenti e scrutatori che è già cominciata.

Dei primi, nel capouogo, hanno rinunciato in 15 su 98, il 15 per cento, contro il 10 del resto della proincia, il conto dei secondi è ancora in corso. Non c’è la certezza ovviamente che c’entri il timore del virus, ma il sospetto sì. E’ un altro dei rebus elettorali. ©