Duro attacco di Avanti Montevarchi a Silvia Chiassai

" Il sindaco ha chiamato in causa le passate amministrazioni facendo allusioni pesanti – ha detto il capogruppo Ricci -. Dosi meglio le sue parole”.

Paolo Ricci e Fabio Camiciottoli di "Avanti Montevarchi"

Paolo Ricci e Fabio Camiciottoli di "Avanti Montevarchi"

Arezzo, 22 marzo 2018 - E’ un attacco a 360° quello lanciato dal gruppo Avanti Montevarchi, e in particolare dal capogruppo Paolo Antonio Ricci al sindaco Silvia Chiassai accusata, fino ad ora, di aver inaugurato opere che altri, nel tempo, avevano progettato e finanziato senza neanche sentire il dovere morale di citarli e ringraziarli. “Chi la sostituirà – ha spiegato Ricci – non avrà la stessa fortuna. Al massimo inaugurerà qualche rattoppo di buche fatto così così. A Chiassai Martini peraltro suggeriamo di usare e dosare meglio le parole. In un post su Facebook di qualche giorno addietro – prosegue Avanti Montevarchi – ha sostenuto che ci sono le buche per le strade perché i tecnici le hanno detto che l’asfalto utilizzato in passato, magari commissionato a qualche amico, è stato fatto male. Visto che non siamo al Bar Sport ma a gestire la cosa pubblica – ha aggiunto Paolo Ricci – ora Chiassai Martini faccia i nomi dei tecnici che hanno espresso questo parere. E faccia anche i nomi degli amici che hanno beneficiato degli appalti non eseguendoli, evidentemente, a regola d’arte. Poi spedisca tutto alla Magistratura per gli atti di competenza. Ne va della sua credibilità già, ampiamente, ammaccata”.

Il gruppo di opposizione ha poi accusato il sindaco di continuare a gettare fango sulla città e sul patrimonio pubblico. “Eppure, per alcuni edifici almeno come l’ex Palazzo del Podestà – ha sottolineato Ricci – si è messa quella fascia che le piace tanto e lo ha inaugurato, presentandolo a delegazioni straniere e ospiti illustri. Quando gli comoda è un’eccellenza, quando è alle strette perché non riesce a dare seguito alle tante promesse fatte (vedi Stadio, Teatro Impero ecc) allora rappresenta uno spreco del passato. Per evitarle di incorrere in qualche refuso – ha aggiunto il consigliere rivolgendosi proprio alla Chiassai – la informiamo che non tutti gli immobili pubblici derivano dal settantennio repubblicano nel quale si è dovuto tenerli in ordine e ristrutturarli.

La Ginestra, ad esempio, nasce come Monastero nel VII secolo. La Bartolea fu donata alla comunità da un grande concittadino, il notaio Bartoli. Palazzo Martini invece, fu acquistato nei primi anni Quaranta del Novecento dal Podestà dell’epoca. Al Ventennio risale la costruzione dell’Ex Gil, del Palazzo del Fascio e altre strutture in disponibilità dell’amministrazione. Comprendiamo che per lei senese, e i suoi assessori e consulenti terranuovesi e sangiovannesi molte cose della storia cittadina sfuggano e tutto sia un peso del passato. Sfugge loro( ma non ai cittadini) anche il fatto che dopo due anni di governo è sempre più ridicolo dare la colpa agli altri senza poter vantare della propria azione nulla se non la tentata vendita del verde pubblico per una nuova cementificazione”.