Chienni e Brogi perplessi sul nuovo DPCM: "Cosa è stato fatto per il trasporto pubblico?"

I due esponenti del Pd manifestano molti dubbi sulle decisioni dell'esecutivo, soprattutto sulla chiusura di bar e ristoranti alle 18 e dei luoghi di cultura.

Sergio Chienni

Sergio Chienni

Arezzo, 27 ottobre 2020 - Emergono perplessità sul nuovo DPCM entrato in vigore ieri e presentato domenica dal Premier Conte. Perplessità che non arrivano solo da rappresentanti del centro destra, ma anche da sindaci del Pd , come Sergio Chienni, o da autorevoli rappresentanti dell'area di centro sinistra, come il presidente del Corecom della Toscana Enzo Brogi, ex consigliere regionale e per molti anni primo cittadino di Cavriglia. In sostanza si chiede cosa è stato fatto in questi mesi per riorganizzare il trasporto pubblico e per potenziare il sistema sanitario.

"Siamo chiamati a rispettare le norme sempre, anche quando in parte non si condividono e così faremo anche stavolta da persone serie e responsabili, consci che la situazione epidemiologica sta peggiorando, anche per responsabilità di chi disconosce l’importanza di proteggersi con la mascherina - ha scritto Sergio Chienni -. Mi permetto solo di fare una considerazione: oggi si rischiano assembramenti più sui mezzi pubblici che a uno spettacolo teatrale, in una palestra o seduti al tavolo di un ristorante. A tutte queste attività è stato chiesto di adeguarsi e adottare protocolli rigorosi spendendo risorse. Poi è vero che ci sono attività che non sono state scrupolose, ma la maggioranza sì". "Invece - ha aggiunto il sindaco di Terranuova - sul trasporto pubblico è stato fatto poco e i servizi sanitari che devono affrontare un momento di complessità incredibile non hanno personale e strumentazioni sufficienti (anche se qui si sommano ritardi e carenze pluriennali e le responsabilità di più livelli istituzionali). Una cosa è indispensabile: i ristori economici per le attività coinvolte è necessario che siano congrui e arrivino celermente, altrimenti sarà molto dura riuscire a resistere e a ripartire quando verrà il momento. E sarebbe un danno per tutti".

Anche Enzo Brogi ha manifestato forti dubbi sui provvedimenti adottati, anche se ha ricordato che siamo in uno Stato di diritto e le regole si rispettano. "Però qualcosa che non mi convince non posso evitare di dirla al nostro Governo. Siamo stati bravi, ma forse nei mesi estivi ci siamo appisolati troppo sotto l’ombrellone. Avremmo dovuto fare di più in materia di orari delle città (scuole, negozi, fabbriche), di trasporto pubblico, di aumento del personale sanitario - ha ironizzato Brogi -. Non comprendo le regole uguali per tutti, per ogni lato del nostro Paese, per chi ha rispettato ed investito sull’igiene e la sicurezza ( tanta parte della ristorazione e del turismo e tanti altri buoni esempi) e per chi invece non ha fatto nulla o poco. La cultura, il cinema, teatro, lo spettacolo dal vivo non dovrebbero essere ancorpiù colpiti - ha proseguito - . Ho visto teatri, cinema con distanze rispettate e sanificazioni continue. L'Ente spettacolo ci dice che su 350.000 spettatori c'è stato un solo contagiato! I luoghi dello spettacolo non sono piazze di assembramenti disordinati, bus o metropolitane affollate. I luoghi dell'arte sono centri di aggregazione civile. Ricordiamoci sempre che l'arte ci ha sempre aiutato a crescere a stare assieme. Se spegniamo l'arte alimentiamo la solitudine, rendiamo più vulnerabile il dolore e la rabbia. Mai come adesso - ha concluso Brogi - la cultura é un bene prezioso. Non caliamo i sipari ai sogni. Il Governo ci pensi su!"