Bufera Pd, Ricci: "Nel partito odio e autolesionismo, mi dimetto per dare una scossa"

Passo d'addio in direzione. "Abbiamo avuto sconfitte storiche e le elezioni di primavera preoccupano. Ma ripartiamo subito o mai più". "Gravi problemi economici"

Albano Ricci

Albano Ricci

Arezzo, 10 novembre 2018 - Tutto come ormai era previsto: Albano Ricci si è dimesso in maniera irrevocabile da segretario provinciale del Pd.

Quali le ragioni? «Anche se pochi, sono stati mesi convulsi e difficili. Sono amareggiato ma è una scelta onesta, necessaria, coerente. Il Pd aretino ha subito sconfitte storiche. Penso alla Provincia, al fatto che non abbiamo un deputato né alla Camera né al Senato. A questo aggiungo la sconfitta di Capolona e di Caprese. Non sono stato evidentemente in grado di dare un contributo sufficiente. A queste motivazioni se ne aggiungono altre di carattere professionale e familiare. Un partito in queste condizioni ha bisogno di un segretario a tempo pieno».

Ha preso le redini di un Pd già in affanno... «La grave difficoltà del Pd era sotto gli occhi di tutti. A questo si sommano i problemi economici che hanno bloccato l’azione di rilancio. Non ci sono più dipendenti. Io stesso da qualche mese mi sono licenziato dal partito per non gravare sui debiti».

Cosa non va nel Pd? «A tutti i livelli è un partito diviso, schiacciato da correnti, personalismi, odio politico: un gioco asfittico, di autolesionismo compulsivo. Voglio dare con le dimissioni un segnale profondo, una scossa: un modo estremo per trovare nuove strade a un progetto di cui ho condiviso speranze e valori. Serve un azzeramento. Portarsi dietro le vecchie storie fa solo male. Dobbiamo smettere di fornire ogni settimana candidati diversi al congresso nazionale. Pecchiamo anche di snobismo intellettuale».

E dunque? «Le diversità che hanno costruito questo partito non hanno la maturità per stare insieme».

Qual è il rammarico maggiore? «La squadra in questi mesi sembrava aver ripreso il ritmo giusto, anche il divertimento di fare politica. Ripartiamo da qui. La sconfitta in Provincia ha generato delusione e incomprensione, innescando una caccia alle streghe che ci fa male. Ringrazio comunque la comunità del Pd, ho imparato a conoscere persone meravigliose. Ogni viaggio è importante se sappiamo vedere il meglio».

Le amministrative di primavera? «Il pericolo di perdere soprattutto nei Comuni grandi c’è, lì è più forte il voto di opinione».

Ora che farà? «Devo organizzarmi. Chi fa politica sa quanto possa essere totalizzante. Ho investito tutto, ho rischiato professione e famiglia per seguire ideali. Da libero cittadino, da semplice iscritto farò la mia parte con onestà. Ho tanti interessi e tanti legami culturali con Cortona che porterò avanti e che non voglio abbandonare».

A chi la tira per la giacchetta come candidato a sindaco di Cortona, magari a capo di una lista civica, lei come risponde? «Abbiamo un sindaco al primo mandato che gode di tutta la mia stima».