Bracciali: "Renzi? Era un innovatore, oggi è solo un tattico. Resto nel Pd"

Ufficiale lo strappo: "Ora inizia una nuova fase politica, Passo indietro sulla segreteria per rilanciare il partito". Il rapporto con i 5 Stelle

ALL’ATTACCO Matteo Bracciali, candidato sindaco per il Pd alle scorse elezioni, analizza le questioni degrado e sicurezza

ALL’ATTACCO Matteo Bracciali, candidato sindaco per il Pd alle scorse elezioni, analizza le questioni degrado e sicurezza

Arezzo, 20 settembre 2019 - Parla Matteo Bracciali, consigliere comunale Pd, renziano della prim’ora che non ha seguito l’ex rottamatore.

Perché l’addio a Matteo? «La cesura con Renzi arriva dopo la sconfitta al referendum quando lui ha perduto la radicalità, ha dismesso il ruolo di innovatore, di scardinatore del sistema».

Critica dura... «L’ultimo anno di Renzi è tutto tattico, fatto di manovre dentro al palazzo culminate nella scissione. E a me non interessa più. La mia casa è il Pd».

Si è ritirato dalla corsa alla segreteria lasciando via libera a Ruscelli di cui sarà il vice... «Non è stato semplice stare nel Pd aretino negli ultimi anni per la fatica delle relazioni personali e la liturgia delle formalità. Ma oggi inizia un’altra storia e il segnale è di andare oltre le differenze. Così ho messo a disposizione il ritiro della candidatura per sostenere e aiutare Francesco Ruscelli. Passo non semplice anche se i mesi di reggenza insieme sono stati positivi e di leale collaborazione. La scelta è per ridare slancio al partito».

Ha pesato la vicinanza delle elezioni comunali? «La strada può solo essere quella di costruire le condizioni migliori per vincere le amministrative. Un Pd unito aiuta a trovare un candidato autorevole».

A quale strategia pensa? «C’è bisogno di un’allenaza ampia da costruire attraverso un percorso di ascolto con i cittadini».

Alleanza anche con i 5 Stelle? «Ho letto che l’hanno esclusa e non posso dar loro torto. Di più: ritengo onestamente assurdo un accordo al primo turno con un movimento che ha un’identità propria e combatte battaglie proprie. Però...».

Però cosa? «Al di là del governo nazionale, credo che l’opposizione comune alla giunta Ghinelli e la lotta contro comportamenti poco trasparenti - e penso alla vicenda Coingas come pure, nel campo sociale, agli asili e alle mense - abbia creato una base di collaborazione».

Da sviluppare come? «Magari, forse e sottolineo forse, nell’eventualità di un ballottaggio, sempre nell’ottica del lavoro di opposizione in questa consigliatura. Ma è presto per parlarne».

Qual è lo stato di salute del Pd aretino? «Nell’ultimo anno della segreteria Dindalini e nell’anno di Ricci, il Pd è rimasto immobile per colpe che sono di tutti. Adesso si apre una fase nuova che dovrà essere nel rispetto delle differenze ma senza tattiche e tatticismi, una leale competizione al rialzo che vada oltre logiche correntizie ormai logore. Iniziando dall’assemblea provinciale: facciamola dal basso, partendo dai territori e abolendo il bilancino».