Ballottaggio sui carboni ardenti: sprint e tensioni. Ralli e Ghinelli, le visioni opposte

Il «taci, taci» del front runner che ha l’obbligo di vincere dopo 5 anni da sindaco L’"underdog" sempre più aggressivo nei tanti duelli incrociati di questi giorni

Ghinelli e Ralli

Ghinelli e Ralli

Arezzo, 3 ottobre 2020 - Due settimane passate come un lampo ed eccoci subito al duello finale, alla sfida all’Ok Corral che dovrà stabilire chi governerà Arezzo per i prossimi cinque anni. Andiamo a vedere come ci arrivano i due candidati. Alessandro Ghinelli è naturalmente il favorito numero uno: è sindaco uscente e guida una città a trazione centrodestra, come il netto successo di Susanna Ceccardi alle Regionali nel capoluogo ha ampiamente dimostrato.

Il ruolo di front runner non è però facile da interpretare, tutte le pressioni sono su di lui in vista di un confronto che ha l’obbligo di vincere, di una partita che per molti avrà un esito scontato. Ma per scontato Ghinelli non ha dato nulla, ha battuto città e frazioni, si è scrupolamente preparato per i numerosi dibattiti che ha dovuto affrontare. In un paio di occasioni si è lasciato andare anche alla tensione, nel dibattito sugli schermi di Teletruria (registrato nel salone della Cna) ha alzato la voce («Taci, taci») infastidito dall’interruzione del competitor.

C’è chi sostiene si sia trattato di una mossa voluta, per far capire agli aretini il piglio del capo che non si fa mettere sotto i piedi da nessuno. Dal centrosinistra l’interpretazione è stata opposta e virale è diventato il frame del battibecco.

Ghinelli non ha voluto politici di livello nazionale ad accompagnarlo nell’ultimo sforzo, per lui si è spesa però in un video Giorgia Meloni ed è sceso in campo il senatore Massimo Mallegni chiedendo al nuovo governatore Eugenio Giani «un contegno istituzionale» e non di parte: «ll Presidente di Regione rappresenta tutti i toscani non fa campagna elettorale come al circolino contro il sindaco in carica». Veste i panni opposti Luciano Ralli, il mite medico del San Donato diventato via via più pungente ed aggressivo man mano che si accumulavano i dibattiti.

Sa di non essere favorito, ma la veste di underdog non lo scompone più di tanto e anzi lo libera dalla pressione del risultato a ogni costo. Per lui è stato già molto arrivare al ballottaggio, un risultato che non era scontatato e che i sondaggi non escludevano affatto. Confida nella stranezza del caso Arezzo, la città dove tutti i ballottaggi hanno visto prevalere il candidato che partiva di rincorsa e in due casi (il primo Lucherini e lo stesso Ghinelli) da distanze notevoli.

Deve recuperare dodici punti in percentuale e seimila voti; non ha dunque molto da perdere nella sfida delle urne che andrà a concludersi alle 15 di lunedì ed è forse per questo che è apparso più efficace nell’ultima parte di campagna elettorale e in particolare nell’unico confronto pubblico organizzato da La Nazione e Confcommercio all’auditorium della Camera di Commercio.

Per entrambi, i temi e i problemi della prossima consigliatura saranno comuni: in primo luogo il lavoro e la crisi economica insieme alle ricette che anche il Comune potrà mettere in campo; in secondo luogo gli assetti sanitari cittadini e provinciali anche alla luce della persistente emergenza pandemia.

C’è poi una città da ripensare sotto diversi aspetti a cominciare dalla sistemazione delle grandi aree e dalla realizzazione di opere pubbliche alcune delle quali assolutamente indispensabili. Insomma, chi vince avrà davanti a sé un bel lavoro da fare.