Audizione su Podere Rota. Critico il centro sinistra di San Giovanni

"Non abbiamo dubbi sulla imparzialità del Presidente, ma la piattaforma utilizzata forniva poco, e certamente non la trasparenza".

Il centro sinistra di San Giovanni

Il centro sinistra di San Giovanni

Arezzo, 26 febbraio 2021 - Al via ieri pomeriggio l’audizione preliminare dell’inchiesta pubblica indetta per discutere del progetto di ampliamento della discarica di Podere Rota. E non sono mancate polemiche. Il centro sinistra di San Giovanni ha posto una serie di critiche all’organizzazione dell’evento, a partire dalla location. “Con nostra sorpresa la trasmissione è partita da un locale messo a disposizione all’interno dello stabilimento di Csai, luogo legale, per carità, ma pieno dei simboli della controparte. Per chi volesse pensar male, farebbe già presupporre una manifestazione muscolare del proponente l’ampliamento – ha detto il gruppo di maggioranza -. Non abbiamo dubbi sulla imparzialità del Presidente, ma la piattaforma utilizzata forniva poco, e certamente non la trasparenza. Innanzitutto non si vedeva chi partecipava e, eventualmente, in rappresentanza di chi. Sappiamo per certo che alcuni Sindaci del territorio hanno avuto grandi problemi ad entrare e taluni non sono riusciti ad accedere”. Il centro sinistra ha poi sottolineato che era possibile interagire solo scrivendo nella chat, non c’era nessuna possibilità di intervento vocale e non si vedevano i testi scritti dai partecipanti.

“Le stesse domande non venivano lette dal Presidente – ha aggiunto – ma gli venivano riportate dopo un probabile screening discrezionale da parte di una fantomatica regia. Probabilmente, saranno state ripetute le stesse domande per molte e molte volte, ma di sicuro alcune, le nostre, non sono state lette. Ancor più imbarazzante il fatto che il Presidente si è visto costretto più volte a sospendere la trasmissione per, come veniva dichiarato, leggere i testi assolutamente nascosti al pubblico. Inoltre, e qui l’apoteosi del ridicolo, lo stesso Presidente era impossibilitato a sapere i nomi di chi li aveva scritti proprio perché la chat fornita dal proponente Csai – si ribadisce unico strumento di intervento – non era nominativa, cosa che si è capita solo al termine”. Il gruppo di maggioranza ha precisato che in una inchiesta pubblica non si può filtrare chi scrive e cosa scrive, a meno che non vi siano offese. “Se si pretende la partecipazione del pubblico è scontato che gli strumenti vengano forniti per poter riprodurre una situazione più similare all’inchiesta fatta in presenza. La stessa indicazione dei Commissari proposti per coadiuvare il Presidente è stata poi sconcertante – ha proseguito il gruppo di maggioranza – , sempre a causa della piattaforma utilizzata, tra nomi proposti e poi ritirati da coloro che erano stati chiamati in causa, messaggi provenienti da soggetti anonimi, impossibilità di sapere quanti sostenessero un nominativo piuttosto che un altro”.

Secondo il gruppo di maggioranza sarebbe più che logico accreditare come commissario quello indicato dal proponente l’inchiesta pubblica e che maggiormente sconta il disagio della vicinanza all’impianto della discarica o, quantomeno, il candidato che avesse ricevuto il maggior sostegno da parte dei partecipanti. “In tutta questa confusione e fumosità – ha concluso il centro sinistra sangiovannese – la prima tanto attesa audizione dell’inchiesta pubblica si è conclusa con il rinvio ad altro incontro perché sono stati indicati più candidati dalle parti contrarie all’ampliamento ed il Presidente dovrà valutare, avendo come base i curricula degli stessi. Ma i criteri su cui lo farà quali sono? Anche qui la trasparenza scarseggia. L’inchiesta è stata richiesta dal comune di San Giovanni Valdarno, i cittadini sangiovannesi sono quelli più colpiti dall’ampliamento della discarica, ci mancherebbe solo che il candidato fosse qualcuno arrivato all’ultimo momento e privo di qualsiasi conoscenza sul tema. Non ci resta che affidarci all’imparzialità del Presidente Franchi ed attendere la prossima audizione”.