Voto nei quartieri: Ghinelli a macchia d'olio, Ralli tiene in centro

Il sindaco vince in quasi 90 seggi, una decina al candidato del centro sinistra, primo in alcune sezioni di Saione, Pescaiola e Tortaia. Ma perde dove vota

Alle urne

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Arezzo, 24 settembre 2020 - E’ una macchia quasi uniforme di schede pro-Ghinelli quella che si stende sulla città e sulla cintura ex rossa dopo il primo turno delle elezioni. Scordatevi l’immagine della periferia di sinistra e del centro moderato, perchè non corrisponde più alla realtà del voto degli aretini. Figurarsi che la percentuale più alta il sindaco uscente non la prende nella città antica o al quartiere Giotto, tradizionali roccaforti, ma nella frazione di Ponte Buriano, un tempo feudo comunista quasi inattaccabile.

Luciano Ralli, invece, il candidato del centrosinistra, deve accontentarsi della vittoria in una manciata di seggi sparsi a macchia di leopardo:uno su tre in Comune (centro storico), due su tre alla Masaccio, dove vota la parte più borghese dell’elettorato di Saione, uno su sei a Pescaiola e uno su sei a Tortaia, ex quartieri popolari un tempo di sinistra e ora molto meno, e uno infine in zona Fiorentina, altra area che ha nettamente virato verso le sirene del centrodestra e dell’inquilino di Palazzo Cavallo. Che, sia detto fra parentesi, si aggiudica tutte le altre sezioni, quasi novanta.

D’altronde è normale che sia così che sia così in un turno elettorale nel quale Ralli è sì riuscito a strappare il ballottaggio ma rimanendo a dodici punti di distacco dall’avversario che dovrà provare a battere (impresa improba) fra meno di due settimane. Pur rimanendo quasi sempre sotto, il medico del centrosinistra si difende meglio nei quartieri benestanti che non nell’ex cintura rossa. Nel centro storico si mantiene quasi sempre al di sopra della sua media del 35 per cento e accade anche in alcune sezioni del Giotto, di Saione, di Pantano-Marchionna e via Fiorentina-San Clemente, mentre sbanda, a volte paurosamente, in periferia: va sotto a Tortaia, va sotto alla Sante Tani della Saione più arrabbiata e nella maggioranza delle sezioni di Pescaiola, scende spesso sotto il 30 per cento nella cintura nord di Giovi-Quarata e in quella sud di Olmo-Policiano-Rigutino.

Il centrosinistra non è più lo schieramento popolare delle zone esterne, si è imborghesito e raccoglie maggiori consensi dove vive quello che un tempo i sociologi chiamavano il ceto medio riflessivo. Il che non toglie che il consenso di Ghinelli sia comunque massiccio, con percentuali nettamente superiori a quelle di cinque anni fa, che tendono a dilatarsi dagli antichi punti di forza verso le frazioni. nor  percentuali nettamente superiori a quelle di cinque anni fa, che tendono a dilatarsi dagli antichi punti di forza verso le frazioni.

Succede per due motivi: il primo è che anche i paesi di cintura sono molto meno uniformi e popolari di un tempo, grazie all’immissione di una nuova tipologia di abitanti del ceto medio che si sono trasferiti appena fuori città. Il secondo riguarda invece la natura delle periferie, dove si sente più la questione sicurezza, il confronto con l’immigrazione straniera. Più un elettore si sente periferico, più tende a dar retta al popopulismo e sovranismo.

Ghinelli soffre semmai della fronda che gli porta in casa il vigile Fabio Butali: dove cresce quest’ultimo, si contraggono i voti all’inquilino di Palazzo Cavallo. A proposito di altri candidati: Marco Donati, il terzo arrivato e terzo incomodo, va benissimo in centro: nelle prime dieci sezioni, tutte quelle della città storica, è sempre in doppia cifra, compresa un’incursione alla Pio Borri dove vota un pezzo di Giotto.

Più contraddittorio il risultato della Tricca, l’altra metà del quartiere bene: in linea con la media del 9 ma raramente oltre il 10. Altrove il risultato è a macchia di leopardo, con qualche insufficienza, sotto il 6 e anche il 5, nelle frazioni dove non aveva candidati forti. Infine, una curiosità. Ghinell vota alla Tricca e vince in tutti i seggi, Ralli invece vota alla 74 di Santa Firmina e perde di 10 punti, 36 a 46 per cento. «Ma sono in media - scherza lui - e poi ci sono andato ad abitare da poco. Ancora non mi conoscono».