Arezzo, 11 dicembre 2013 - La Giaguara in carriera ha fatto carriera davvero. Eh sì, c'è anche l'aretina (fiorentina?) Maria Elena Boschi nella squadra che Matteo Renzi si porta a Largo del Nazareno, sede nazionale del Pd. Entra fra i sei componenti della segreteria nazionale con l'incarico delle riforme istittuzionali. Come a dire un dei temi caldi del dibattito politico, uno di quelli su cui il supersindaco ora segretario si gioca il futuro.

La Boschi è stata ribattezzata la Giaguara dopo l'ultima Leopolda di un mesetto fa, quando lei, che aveva avuto l'incarico di curare la regia del meeting alla vecchia stazione, si presentò all'appuntamento con un paio di eleganti scarpe decolletè e leopardate. E tutti subito a domandarsi: chi smacchierà adesso la Giaguara, sul modello Bersani? Niente da fare, la Giaguara non l'ha smacchiata nessuno. Lei anzi si racconta oggi in un'intervista a La Nazione in edicola: sono arrivata al potere romano ma le mie radici restano sempre a Laterina, dove vive la mia famiglia, e anche ad Arezzo dove ho studiato

Una carriera trionfale, quella di Maria Elena Boschi, che nasce a Montevarchi (ma solo perchè a Laterina non c'è l'ospedale) nel 1981. Una delle ultime a nascere nel vecchio presidio sanitario, prima che lì venisse soppressa la maternità, scatenando una diatriba di campanile che ben presto diventò politica, con la nascita della Lista Indipendente di Montevarchi, fenomeno anticipatore della protesta che sarebbe venuto dopo e che nella città valdarnese spuntò persino un sindaco, Felice Torzini.

Ma questo con Maria Elena c'entra poco. Lei intanto cresceva serena a Laterina, figlia di Stefania Agresti, preside e futuro vicesindaco (ovviamente di centrosinistra) del paese, e di Pierluigi Boschi, dirigente della Coldiretti, direttore del consorzio del vino di San Giovanni e consigliere d'amministrazione di BancaEtruria. Scuole in Valdarno, liceo classico al Petrarca di Arezzo, poi il grande salto a Firenze per l'università. E di là la Giaguara non si è più mossa.

Prima, dopo una brillante e precoce laurea, il lavoro da avvocato in uno studio di civilisti fiorentini, poi il colpo di fulmine con Renzi, che la chiama quale consulente a Palazzo Vecchio (sarà lei a curare la privatizzazione di Ataf ora contestata dagli autisti con lo sciopero selvaggio) e poi gli affida il compito di coordinatrice organizzativa della campagna per le prime primarie, quelle del 2012 contro Bersani.

Maria Elena fa e fa con successo. Tanto è che al momento delle elezioni politiche Renzi la sceglie per un posto sicuro nel listino regionale. Il suo bacino elettorale è sì Firenze ma anche Arezzo, dove valgono le relazioni con la società civile, quelle che porta papà Luigi e anche un rapporto preferenziale che le dedica l'Ascom. Non per niente, quando Supermatteo viene ad Arezzo c'è sempre lei è in prima fila, ad accompagnarlo. Anche l'ultima volta, quindici giorni fa alla Borsa Merci, Renzi e la Boschi si materializzarono insieme, provenienti da via Lorentino d'Arezzo verso piazza Risorgimento. Ora la chiamata nella segreteria nazionale. Quel che si dice una donna in carriera.

Salvatore Mannino